SCUOLA CIVICA DI MUSICA
L’INCHIESTA Fascicolo del pm Giangiacomo Pilia, per ora senza titolo di reato, per fare luce sugli incarichi assegnati nell’istituto culturale del Comune, dopo le accuse e la parentopoli dei docenti
La rivoluzione della Scuola civica di musica era partita all’insegna della trasparenza. Ma adesso, per capire cosa sia successo negli uffici e nelle aule di via Venezia, nella struttura gestita dal Comune, è al lavoro la Procura. L’inchiesta è condotta dal pm Giangiacomo Pilia, che ha aperto un fascicolo per ora senza ipotesi di reato né iscritti nel registro degli indagati, per fare luce sulla gestione dell’istitu - to e sulle recenti nomine di insegnanti, già finite al centro di una bufera politica per legami di parentela tra consiglieri di amministrazione e incaricati. Una nuova grana per l’ammi - nistrazione di Massimo Zedda. Anche se non è la prima volta che un magistrato mette gli occhi su via Venezia: da tempo è in piedi un’indagine sulla gestione precedente, ma il caso è anche all’attenzione della Corte dei Conti. L’istituto gode di finanziamenti del Comune, della Regione e incassa anche le entrate delle rette. Una vicenda intricata, che nelle ultime settimane è esplosa, facendo arrivare i veleni fino a piazza Repubblica. I CAMBI E
PARENTOPOLI I primi malumori si fanno sentire quando, a gennaio del 2012, il sindaco nomina il nuovo Cda della scuola: il presidente è Paolo Zucca (funzionario pubblico, di Sel). Con lui siedono i consiglieri Paolo Berria (musicista, che ha lasciato la scorsa estate), Irma Toudjan, il pianista e compositore Stefano Rachel e Michele Mossa. Trasparenza, ecco la parola d’ordine. Viene avviato un severo controllo della documentazione e dei conti fino ad allora tenuti da Luigi Puddu, direttore artistico (vincitore di ricorsi nel lontano ‘99) sempre andato d’ac - cordo con il consigliere comunale Pdl Maurizio Porcelli, che nella scorsa consiliatura faceva parte di diritto del Cda. Voci e accuse fino a Natale scorso, quando il direttore generale del Comune, Cristina Mancini, dà il benservito a direttore artistico, vice- direttore e altri cinque collaboratori: i contratti erano irregolari. Ma dopo questa fase, che sembra di pulizia, viene fuori la parentopoli della nuova gestione. Si scopre che tra i docenti selezionati per tenere i corsi (scelti da una commissione tecnica nominata dal Cda) c’è, prima in graduatoria per la cattedra di propedeutica musicale I e II, Cecile Rabiller, moglie del consigliere Michele Mossa. Terzo dei non inclusi per l’insegnamento di chitarra è Roberto Rachel, fratello del membro del Cda Stefano. Tutto nonostante le raccomandazioni di Paolo Zucca, che aveva chiesto a tutti di attenersi alle regole della trasparenza. Apriti cielo: Paolo Zucca, il 25 gennaio, rassegna le dimissioni “per motivi personali e professionali”. Il Cda perde pezzi, scatta l’emergenza. E mercoledì, il giorno in cui la commissione Cultura del consiglio comunale prende in mano la situazione, salta fuori che la Rabiller, unica su 300 candidati, avrebbe chiesto l’equipollenza di un diploma conseguito in Francia, che l’avrebbe abilitata, appena la Civica ha pubblicato il bando per la ricerca di insegnanti. Ma è giallo sul documento. M.B.