Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Garibaldi, il generale a Santa Chiara

Fonte: L'Unione Sarda
11 novembre 2008

Ristampato un vecchio libro



Giovedì 6 novembre è arrivato il vino novello, conosciuto e sempre nuovo. Come Garibaldi, celebrato nello stesso giorno a Santa Chiara, da un convegno promosso dalla Società di Sant'Anna, aperto da Maria Francesca Vardeu.
Il generale più amato dagli italiani avrebbe gradito fare una passeggiata nella via a lui intitolata, affollata da ragazzi come quelli che lo seguirono nella spedizione del 1860, che condusse a un primo nucleo dell'Italia unita. Forse in una prossima occasione una gigantografia del generale campeggerà nella strada che offre tanti potenziali ascoltatori, e non sarà certo imbarazzato Giorgio Ariu nel presentare a passanti e curiosi la ristampa (Gia Editrice) del libro di Franco Mistrali, pubblicato nel 1861, “Incontro con Garibaldi”. Lo farà col piglio da luogotenente garibaldino con cui l'ha sfogliata di fronte a una platea di interessati ex ragazzi. Platea cui Ugo Carcassi ha ricordato di Garibaldi l'imponenza del portamento, il magnetismo, e quanto avesse capito «come comunicare, dal vestito alla modulazione della voce».
E che era stato definito dagli inglesi irrequieto. Sarà, ma quando un irrequieto sgombera il Trentino (dove nel 1866 aveva battuto gli austriaci) perché glielo ordina lo Stato, rispondendo col celeberrimo telegramma che conteneva una sola parola: «Obbedisco», non si chiama irrequieto, si chiama soldato. E un soldato generale che non poltrisce ma rischia la vita per la nazione e le ubbidisce invece di tiranneggiarla, non meraviglia che sia amato da tutti.
La camicia rossa con i lunghi capelli biondi, perfettamente interclassista nello scegliere le sue amicizie femminili, avrebbe gradito dare un'occhiata allo struscio di via Garibaldi, anche perché salendo per via Manno sarebbe passato di fronte a una vetrina addobbata con i tricolori per celebrare il novantenario della vittoria del 1918, cui si arrivò appunto con l'ubbidienza e il sacrificio suo e di tanti altri dopo di lui, a conferma di quanto scrive Mistrali: «La penna e la spada», il pensiero e l'azione, «debbono procedere concordi e indivisi a fare l'Italia».
Non è dispiaciuto proprio questo convegno cagliaritano, tenuto nel giorno del vino novello - che non va lasciato tutto agli alpini - e a due giorni dalla celebrazione della Vittoria. A pochi passi da via Garibaldi.
CLAUDIO SUSMEL

11/11/2008