TRIBUNALE. Sollecitate pene da un anno e mezzo a 2 mesi di carcere
Abusi al Poetto, l'accusa chiede 19 condanne
Per oltre vent'anni sulla spiaggia del Poetto l'unica legge vigente è stata quella della giungla. Chi aveva ottenuto nel 1987 le autorizzazioni per mettere su dei chioschi temporanei e di supporto alla balneazione che avrebbero dovuto essere smontati a fine ottobre, divenne invece l'utilizzatore unico e senza limiti temporali delle aree demaniali. Al punto che negli anni molti baretti furono trasformati in strutture dalle volumetrie ben superiori al consentito e in grado di offrire persino servizi di ristorazione. Il tutto in piena zona H, dunque vincolata al massimo, in assenza di un piano particolareggiato e in spregio a quanto stabilito nel Puc.
LA REQUISITORIA Questo - in sintesi - il duro atto d'accusa del pm Gaetano Porcu andato in scena ieri al processo per i 17 chioschi abusivi del Poetto in gran parte demoliti nel 2011 e sostituti dalle nuove strutture provvisorie ancora in attesa di essere smontate. Una requisitoria che non ha risparmiato bacchettate a Comune e Regione, che secondo il magistrato inquirente non esercitarono alcun controllo e anzi spesso agevolarono colpevolmente l'occupazione illegittima del suolo demaniale, come quando agli inizi degli anni Duemila furono rilasciate delle concessioni edilizie sulla base di un semplice regolamento di utilizzo del litorale.
RICHIESTE DI CONDANNA Da qui le diciannove richieste di condanna per reati urbanistici e paesaggistici formulate dal pm Porcu: un anno e mezzo di reclusione a Maria Giovanna Cossu, titolare del Golden Beach; un anno e due mesi ad Anna Frongia del Nilo, Cinzia Erriu del Corto Maltese, Luigi Lampis della Dolce Vita, Valter Casula del Calipso, Sandro Angioni e Donata Ledda dello Zen, Maurizio Marongiu del Twist, Maria Assunta Cabras del Palm Beach e Giovanni Cogoni della Sella del Diavolo; un anno a Piero Marci del Miraggio, Maurizio Cabras del Fico d'India, Pierluigi Atzori dell'Ara Macao, Antonio Congera del Capolinea, Alessandro Murgia dell'Emerson e Luciano Spiga dell'Oasi; 10 mesi a Sandro Angioni delle Palmette e 2 mesi Santina ed Eliseo Carta della Lanterna Rossa. Il processo è stato aggiornato al 4 marzo per le arringhe degli avvocati della difesa. Poi la parola passerà al giudice monocratico Massimo Poddighe per la sentenza.
L'INCHIESTA-BIS Intanto è stata fissata al 28 febbraio l'udienza preliminare per l'ex sindaco Emilio Floris e l'ex segretario generale del Comune Pietro Cadau, accusati sempre dal pm Gaetano Porcu di concorso in abuso d'ufficio e falso ideologico. Al centro della vicenda giudiziaria ci sono le ordinanze con cui il 14 maggio di due anni fa, alla vigilia delle elezioni comunali poi vinte da Massimo Zedda, l'allora sindaco Floris aveva ordinato la sospensione sino al 30 settembre della demolizione dei baretti abusivi, giustificando il tutto con l'esistenza di gravi problemi di sicurezza.
ORDINANZE NEL MIRINO Stando al pm però l'adozione delle ordinanze si basava «sul falso presupposto di una situazione di grave criticità» e procurò «un ingiusto vantaggio patrimoniale ai gestori dei 12 chioschi» che proseguirono l'attività per tutta l'estate. Inoltre Floris e Cadau avrebbero «falsamente attestato» che tutti i partecipanti alla conferenza di servizi del 18 aprile avevano convenuto di sospendere le demolizioni, mentre in realtà «erano semplicemente stati richiesti dei pareri tecnici».
Massimo Ledda