Cappellacci: voterò no. Zedda: un attacco al welfare. Melis: non passerà
«Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, a seguito della mobilitazione degli studenti universitari cagliaritani, ha accolto il loro appello di votare no al decreto ministeriale sul diritto allo studio nella conferenza Stato-Regioni che si terrà a Roma nel primo pomeriggio». Ma «la battaglia non è ancora finita - comunicano i rappresentanti del gruppo studentesco Unica 2.0 - e seguirà sino a votazione avvenuta».
Verranno decise oggi, infatti, le sorti del decreto sulla riforma del diritto allo studio contestato dagli studenti che martedì sera hanno occupato il Palazzo delle Scienze in via Ospedale. Gli studenti dell'ateneo hanno aderito alla mobilitazione partita in tutta Italia contro la proposta del ministro Profumo, e chiedono che le Regioni si oppongano duramente. In particolare gli universitari sardi contestano le norme per l'attribuzione delle borse di studio, perché «la nostra regione sarebbe tra le più penalizzate - sottolinea Marco Meloni, coordinatore di Unica 2.0 - si creerebbero 3 “gabbie geografiche”, Nord, Centro e Sud.
Il tetto massimo per ottenere la borsa di studio sarà di 20 mila euro al Nord, di 17.150 euro al Centro e di 14.300 euro al Sud. Ciò significa che la Sardegna, un'Isola con l'economia in ginocchio, verrà penalizzata due volte». Dalla parte degli studenti anche il sindaco Massimo Zedda: «La riforma del diritto allo studio proposta dal ministro Profumo - ha detto il primo cittadino - è l'ennesimo attacco al welfare studentesco che l'Università subisce in questi anni». E condivide le ragioni di una mobilitazione «che deve essere sostenuta dagli amministratori locali a tutti i livelli». Fiducioso il Rettore Giovanni Melis: «Condivido le preoccupazioni degli studenti. Sono fiducioso che quel decreto non verrà approvato». Per il presidente dell'Ersu, Daniela Noli: «Con questo decreto, dopo il taglio delle risorse assisteremo a quello indiscriminato degli universitari. I progressivi tagli al mondo dell'Istruzione hanno portato l'Italia a diventare il Paese meno finanziato d'Europa compromettendo la strada universitaria degli studenti». Giampaolo Diana, presidente del gruppo consiliare regionale Pd, ieri ha presentato una mozione.
Veronica Nedrini