Comune
MUNICIPIO Regna la confusione sugli spazi dell’assessorato alla Politiche sociali: alcuni risultano assegnati ma non sono censiti. Polemiche in commissione. La Orrù: troppi affidi diretti
Sugli immobili comunali dati in gestione dall’assessorato alle Politiche sociali la confusione sembra totale. Nelle tre pagine con l’elenco di tutte le strutture sparse in città, alla voce assegnazione compare ben 25 volte la scritta “non risulta agli atti”. Un’infi - nità di metri quadri dal centro alla periferia, tutte di proprietà del patrimonio edilizio di palazzo Bacaredda, dove sono ospitate da anni associazioni per minori, centri per anziani, comunità di recupero per minori e cooperative. Non fanno eccezione, per esempio, i 6 asili nido cittadini, il centro di aggregazione Area 3 di via Carpaccio così come la casa di riposo Vittorio Emanuele II. I fogli sono arrivati ieri sul tavolo della commissione Politiche sociali, portate dal presidente della commissione Patrimonio, il Pd Claudio Cugusi. L’obiettivo dichiarato era riuscire a fare quanta più chiarezza possibile, ma non si è andati oltre un muro contro muro tra maggioranza e opposizione. «Risultano locali dei quali non siamo a conoscenza, spesso venivano assegnati a associazioni tramite un’assegnazione diretta», spiega Susanna Orrù, assessore Politiche sociali, «l’auspicio è una razionalizzazione di tutto il patrimonio immobiliare, nell’interesse collettivo». La risposta alle parole della Orrù arriva dal suo predecessore al quinto piano di via Sonnino, Anselmo Piras: «È strano che non risultino tutti questi dati, ci sono atti e delibere chiari. Le carte non dicono la verità», tuona il capogruppo di Ancora per Cagliari, «mi sarei MUNICIPIO Polemica in Comune sulla gestione degli immobili assegnati all’assessorato alle Politiche sociali aspettato che chi di dovere integrasse le carte, prima di tutto per un maggior contributo a queste nostre riunioni». Ma l’opposizione, sul tema, non si mostra unita come in altre occasioni. Il capogruppo dei Riformatori, Alessio Mereu, riferendosi chiaramente alla precedente amministrazione, afferma di essere «alquanto sorpreso che negli anni passati si siano dati spazi a associazioni delle quali, spesso, non si conosce neanche il nome». Un lavoro lungo mesi, ma obbligo di chiarezza e trasparenza per ogni singolo locale di proprietà comunale dato a terzi: è la sintesi finale di Fabrizio Rodin, Pd e presidente della commissione: «Serve capire, per ogni immobile, in che modo e perché è stato dato dal Comune alle associazioni. Abbiamo un patrimonio molto ampio», dice il vice capogruppo Pd di palazzo Bacaredda, «visioneremo tutti i contratti, in alcuni casi le strutture potrebbero essere vendute o affittate». P. R.