I NODI
IL PUNTO Municipio, Regione e Procura in ballo: mentre i titolari dicono di essere senza soldi per eseguire i lavori
L’amministrazione Zedda dice di averle tentate tutte per salvare i baretti del Poetto. Ma pare non ci sia niente da fare, devono essere demoliti. E in fretta. In attesa di nuova vita. Le istituzioni in campo sono varie. Il Comune, ovviamente, per competenza diretta. Poi la Regione, che dall’assessorato all’Urbanistica (dove capo di gabinetto è Massimiliano Tavolacci, presidente della commissione comunale sulla stessa materia nella scorsa consiliatura) sostiene che non ci sia alcun problema, i baretti possono rimanere in piedi sulla base delle normative vigenti. Ma in ballo c’è anche la Procura, con il pm Enrico Lussu, che domani saprà se verrà accolta la richiesta di rinvio a giudizio per i gestori: l’inchiesta è vecchia, e si basa sull’accusa di abusi edilizi. La stessa materia di questo nuovo capitolo della telenovela in scena sulla spiaggia dei Centomila. Solo che adesso per i titolari delle concessioni (sempre più a rischio) c’è anche la grana economica. Le vecchie strutture sono solo un ricordo, sostituite da quelle che speravano essere le definitive, tutte uguali, per le quali hanno speso decine di migliaia di euro. Poi è scoppiata la bomba dell’amianto, la settimana scorsa, che ha comportato settimane di chiusura forzata, in estate, per consentire la bonifica. Adesso il nuovo blocco, con l’obbligo di demolizione e l’eventuale ricostruzione. I soldi, dicono i gestori, non ci sono. Intanto ci sono i dipendenti da pagare, i contributi. Le bollette, le cartelle di Equitalia che continuano a piovere. E se anche ci fossero, va bene l’abbattimento. Ma dove bisognerebbe realizzare le strutture del futuro? Dove si trovano adesso? O più a ridosso della battigia, come prevede il Pul, che peraltro sembra non tenere in gran conto le mareggiate, che sommergerebbero tutto?