Rassegna Stampa

web Castedduonline.it

Su Stangioni, Francesca Ghirra (Sel): "No al cemento sbagliato, fermiamolo"

Fonte: web Castedduonline.it
4 febbraio 2013

    Il nuovo quartiere

Federica Lai
 

Sabato 02 Febbraio 2013 | 18:50

Su Stangioni: il quartiere che fa discutere. “In questi giorni si riprende a parlare di un nuovo quartiere a Su Stangioni, progetto presentato come innovativo ed ecosostenibile. In realtà ci sarebbe da aprire un dibattito su cosa si intende per ecosostenibilita': non basta, infatti, costruire edifici di classe A che utilizzano fonti energetiche rinnovabili per considerarli 'green'. Consumare nuove porzioni di suolo, risorsa limitata e non rinnovabile, e impermeabilizzarle non è affatto green, ad esempio”. Ad intervenire stavolta è Francesca Ghirra, consigliera comunale di Sel, decisamente contraria alla nascita del nuovo quartiere a Mulinu Becciu ma favorevole a una riqualificazione degli edifici già esistenti. “Le mie forti perplessità sul progetto – continua Francesca Ghirra - sono legate al fatto che va in direzione opposta rispetto alle politiche urbanistiche che abbiamo in mente e che stiamo portando avanti. Che senso ha realizzare nuove costruzioni in un'area vergine dal punto di vista dell'urbanizzazione primaria ma già compromessa da un punto di vista ambientale perché contenuta tra due grosse arterie stradali e localizzata accanto all'ex inceneritore? Che costi avrebbe per i cittadini cagliaritani? Che tipo di qualità della vita potrebbe offrire un quartiere green in cui i bambini possano giocare e andare in bicicletta in mezzo a un francobollo di verde, respirando tutto lo smog del traffico periurbano?
Quando l'iter di approvazione del progetto è cominciato governava Emilio Floris e l'intervento era visto dall'opposizione di allora, di cui alcuni componenti siedono oggi tra i banchi della maggioranza, come un'opportunità di buona edilizia in migliaia di metri cubi di brutto cemento. Ora la situazione è cambiata: in primo luogo governiamo noi e abbiamo il dovere di decidere come si dovrà sviluppare la citta'; in secondo luogo dobbiamo tener presente che nel 2006 è entrato in vigore il piano paesaggistico regionale, a cui dobbiamo rapidamente adeguare il nostro piano urbanistico, che vede tra i propri principi e le proprie prescrizioni la riduzione del consumo di suolo.
Anche il discorso 'edilizia popolare' è debole perché la quota di alloggi prevista è di gran lunga inadeguata rispetto ai costi di urbanizzazione che graveranno sulle già devastate casse comunali. Ma se anche fosse prevista una quota maggiore, dobbiamo costruire le case popolari in centro, per fare inclusione sociale e non realizzare altri quartieri ghetto in periferia.
Insomma, in un periodo di forte recessione del mercato immobiliare, in cui la citta' di Cagliari continua a spopolarsi, noi dobbiamo mirare al contenimento dell'abitato all'interno della cintura urbana esistente e puntare tutto sulla riqualificazione dell'edificato già presente sul nostro territorio. Voi andreste a vivere in un quartiere che si trova in una localita' denominata 'Su Stangioni', il cui toponimo richiama più una palude che un abitato, geograficamente più vicino a Elmas e Sestu che a via Roma? Ci siamo già dimenticati i disastri causati da lottizzazioni costruite sui letti dei fiumi quali 'Rio San Girolamo' a Capoterra? E' arrivato il momento di pianificare il territorio ascoltando i suggerimenti della toponomastica e della nostra coscienza ambientalista”