Nessuna soluzione, i chioschi del Poetto vanno smontati. La relazione tecnica spedita questa mattina dal Comune alla Prefettura anticipa la risposta che verrà data ai titolari delle concessioni, che chiedevano di poter prorogare la permanenza dei baretti fino all’approvazione del Pul: e cioè no.
Il Comune cita sentenze della Corte di Cassazione, del Consiglio di Stato e del Tar per confutare le indicazioni suggerite dalla Regione, che durante l’incontro del 18 gennaio in piazza Palazzo aveva chiesto di procedere con un “accertamento di compatiblità” paesaggistica. Il tentativo era quello di mantenere i manufatti temporanei (i chioschetti) fino al 31 dicembre 2013, data prevista per l’approvazione definitiva del Pul.
Secondo l’assessorato comunale all’Urbanistica non è possibile trovare una strada legittima. A riguardo viene fatto l’esempio di un chiosco che era stato autorizzato a rimanere sulla spiaggia dal 1° aprile al 30 settembre di ogni anno grazie al carattere “precario” e “temporaneo” della struttura. La permanenza oltre il periodo di tempo consentito avrebbe portato al reato, così è stato: “L’omessa rimozione dell’opera alla scadenza del termine stagionale - recita la sentenza della Corte di Cassazione - implica la configurabilità del reato urbanistico” a causa del mancato rispetto dell’obbligo “di rimozione insito nel provvedimento autorizzatorio temporaneo”.
Collegato a questo aspetto c’è anche l’elemento della precarietà: il termine non si riferisce “alla composizione materiale dell’opera, ma alle caratteristiche funzionali intese quali destinazione dell’opera al soddisfacimento di esigenze permanenti e/o durevoli nel tempo”. Alla luce di queste considerazioni gli attuali chioschi, “non avendo il carattere di precarietà e temporaneità, sono a tutti gli effetti volumi urbanistici per i quali non risulta rispettato l’indice di edificabilità territoriale delle zone H fissato dal Puc”.
La relazione firmata dal dirigente dell’Edilizia Privata, Riccardo Castrignano, parla chiaro: “La Procura della Repubblica del Tribunale di Cagliari nei capi di imputazione a carico dei gestori ha chiaramente delineato un quadro normativo che corrisponde con la linea espressa dall’Amministrazione Comunale. E’ chiaro che rilasciare provvedimenti amministrativi ritenuti illegittimi dai magistrati porterebbe con certezza assoluta a dover rispondere dei conseguenti reati penali”.
Dunque vista la posizione del Comune, anche la richiesta di accertamento presentata, proprio oggi 31 gennaio, da tutti i gestori dei chioschi cadrà nel vuoto. Non si sa quando ma ormai pare certo: “Abbiamo fatto nostra la proposta della Regione -spiega Maurizio Marongiu coordinatore del Consorzio Poetto- ovvero la richiesta di accertamento nel tentativo di congelare i tempi in modo da dare al Comune il tempo per trovare una soluzione”.