Rassegna Stampa

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Lirico, organici tagliati e stipendi ridotti: è nuova bufera Crivellenti

Fonte: web Castedduonline.it
1 febbraio 2013

Lavoratori all'attacco


di  Jacopo Norfo

Giovedì 31 Gennaio 2013 | 16:30

Lavoratori del Lirico ancora all'attacco. Con attacchi alla Crivellenti, colpevole di avere tagliato gli organici artistici, mentre nel frattempo anche gli stipendi sono stati decurtati. "La R.S.U. della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari esprime tutta la sua preoccupazione per il perdurare di una situazione gravissima e poco chiara che tiene in scacco i Lavoratori in un clima di tensione e paura per il loro futuro. Mancano quella serenità e quella condivisione necessarie a produrre di più e meglio, per progettare la stagione Lirica 2013/2014 e il decentramento sul territorio, già in forte ritardo. L'ultimo C.d.A. è stato caratterizzato da uno scontro muro contro muro dai toni pesanti. Venerdì 1 febbraio 2013 è prevista un'altra seduta di C.d.A. al cui ordine del giorno parrebbe ci sia pure la presentazione di nuove figure apicali. Giova ripetere che, curriculum alla mano, la Signora Crivellenti non ha i requisiti e le esperienze previste dallo Statuto della Fondazione. Così, la produzione del Requiem di Verdi, la scorsa settimana, è stata qualitativamente inficiata dall’inopinata sua scelta di ridurre gli organici artistici a suo tempo previsti ed approvati per la stagione sinfonica dall’allora consulente artistico e dal C.d.A. La scrivente si sente abbandonata dal massimo organo di tutela e vigilanza delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. Sconcertante il silenzio del Ministero della Cultura che è seguito all'inequivocabile nota Ministeriale dell'8 gennaio 2013. Documenti irricevibili, nomina non formalmente coperta, prefigurarsi della fattispecie della legge del 1996 n.367 (scioglimento del C.d.A. e commissariamento); meriterebbero ben altra attenzione e atti conseguenti, a tutela della legittimità delle procedure seguite e del denaro pubblico che a breve sarà investito, anche nella nuova squadra dirigente. La R.S.U. grida con determinazione la sua rabbia a difesa di una Fondazione che, utilizzando sovvenzioni pubbliche, dovrebbe investire con responsabilità e competenza in lavoro, spettacolo e cultura, esaltando le proprie risorse umane altamente specializzate. I lavoratori, al contrario, hanno visto solo decurtare il loro stipendio di un 22%, spesso spettatori impotenti di scelte aziendali sbagliate e come beffa finale: buonuscita per i “soliti noti”. .