In un verbale della conferenza dei servizi il sovrintendente archeologico mette in guardia il Comune sul rischio-scavi
di Mauro Lissia
CAGLIARI. Esistono «fondate probabilità» che nel bastione di terra dove il Comune vuole realizzare il parcheggio sotterraneo progettato dall’amministrazione Floris si trovino una necropoli romana e opere di fortificazione realizzate dal diciassettesimo al diciottesimo secolo. Non sono le associazioni culturali ed ecologiste a sostenerlo ma il sovrintendente archeologico Marco Minoja. E’ tutto scritto in un allegato al verbale della conferenza di servizi sul sistema coordinato di parcheggi di scambio, la data è 12 dicembre 2012. Minoja non si limita a segnalare autorevolmente quanto con ogni probabilità si troverebbe nella colmata di terra oggi usata come parcheggio di superficie per il Castello, ma chiede che vengano svolte indagini accurate d’intesa con l’ufficio ministeriale. In un altro verbale è Donatella Mureddu, della Direzione regionale dei Beni culturali, che «da atto della presenza delle consistenti somme per lo scavo archeologico che in fase di esecutivo dovranno essere destinate all’individuazione delle indagini». Quindi carta canta, è tutto chiaro: l’amministrazione Zedda conosce in partenza la situazione e sa che i lavori per realizzare il multipiano con ascensori sotto le mura storiche della città sono candidati a fermarsi davanti alla scoperta di resti romani e settecenteschi. Nei 15 milioni previsti per l’intervento è compresa una somma imprecisata necessaria per conservare quanto si troverà. Ma nessuno oggi può fare previsioni attendibili sull’importanza dei ritrovamenti archeologici e sul tempo necessario per studiare una soluzione utile a salvare i reperti e il parcheggio. Potrebbero bastare alcuni mesi, ma anche anni e anni. Un po’ come sarebbe accaduto se il sindaco Massimo Zedda, con una decisione ammirevole, non avesse cancellato il progetto per il parcheggio sotterraneo di via Roma, destinato a bloccare l’arteria di comunicazione principale del centro cittadino. Anche in quel caso esisteva la certezza che la terra nascondesse i resti del porto romano. A Cammino Nuovo si tratta di una necropoli, difficile comprendere che cosa cambi da un caso all’altro. In via Roma i parcheggi servivano per i residenti, a Castello la situazione è identica. In entrambi i casi il Comune ha dovuto scegliere se privilegiare l’esigenza dei posti-auto, mettendo a rischio un sito archeologico. In via Roma il progetto è stato bocciato senza appello, esponendo il Comune a rivalse economiche da parte dell’impresa vincitrice dell’appalto. A Cammino Nuovo l’amministrazione intende andare avanti. Ipotesi tutt’altro che certa, considerati gli ultimi pronunciamenti del Tar: «Finchè il piano urbanistico non verrà adeguato al piano paesaggistico regionale quel progetto è irrealizzabile - avverte Maria Paola Morittu, di Italia Nostra - le norme sono chiare e la recente sentenza su Tuvixeddu lo conferma. Sotto le mura della città non si potrà fare nulla».
Gli uffici tecnici comunali però la pensano diversamente. In attesa di incassare i 162 mila euro di incentivi previsti per chi lavorerà al progetto Cammino Nuovo, il 7 gennaio scorso è stata affidata la verifica preliminare archeologica a due specialiste che dovranno compiere i primi rilievi sul sito. E’ un nuovo passo avanti in direzione dell’obbiettivo, in linea con la grande celerità che ha caratterizzato l’iter del progetto fin da quando l’amministrazione Zedda ha deciso di farlo suo, dopo che il centrosinistra l’aveva pesantemente contrastato ai tempi della giunta Floris: «Basta dare un’occhiata alle determinazioni e agli altri documenti che si trovano nel sito internet del Comune - conferma Maria Paola Morittu - tutto è stato fatto in gran fretta, come se quel parcheggio rappresentasse un’urgenza per la città. Un esempio? La relazione geologica è stata affidata alla facoltà di geologia il 27 ottobre dell’anno scorso e l’esito è arrivato il 15 novembre. Bravissimi, solo che in un’operazione di questa delicatezza forse sarebbe necessaria una maggiore riflessione». Un’esigenza, quella di Italia Nostra, condivisa dalla Direzione regionale dei beni culturali, che nell’allegato al verbale del 12 dicembre, firmato da Stefano Montinari e Francesca Casule, scrive: «Si invita l’amministrazione comunale di Cagliari, per il futuro, a voler assicurare un tempo ragionevole per l’esame dei progetti, l’eventuale partecipazione alle conferenze dei servizi e la conseguente espressione del parere di competenza». Come dire: calma, per favore.