IL CASO. Lite giudiziaria attorno allo spazio dove potrebbe sorgere l'edificio di culto dei musulmani
L'assessore Frau: l'imprenditore ci vuole cedere un'area già nostra
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Ha scatenato un vero polverone la notizia della possibilità di costruire la moschea a Monreale. Il sito dell'Unione Sarda è stato invaso di commenti: in poco più di un giorno se ne sono contati oltre 140, ben 15 pagine. Per lo più post razzisti, in cui ci si scagliava contro i musulmani a prescindere dal merito della proposta. Sono stati solo pochi quelli a favore dell'edificazione della moschea. Un moto di protesta che però rischia di finire nel nulla. Infatti, sui terreni che l'imprenditore Antonello Fozzi vorrebbe cedere gratuitamente per l'edificazione dell'edificio di culto, grava un contenzioso con il Comune.
«L'AREA È DEL COMUNE» «Quelle aree sono state consegnate dal Tribunale di Monza alla società Symposium di Fozzi esclusivamente perché le trasferisse al Comune, perché derivano da un'asta fallimentare relativa all'intera lottizzazione di Monreale», spiega l'assessore comunale all'Urbanistica Paolo Frau. «Il 19 marzo 2012 abbiamo spedito alla Symposium una raccomandata, ricevuta il 28 marzo, con la quale chiedevamo che venisse designato il notaio per stipulare l'atto di cessione delle aree. A questa richiesta ufficiale del Comune non è stata data nessuna risposta», ricorda Frau, che aggiunge: «È intenzione dell'amministrazione, vista la pluriennale inadempienza della Symposium, richiedere al Tribunale di Monza la consegna diretta del terreno, che versa in stato di abbandono. Abbiamo dato tutto in mano all'avvocatura».
«I TERRENI SONO NOSTRI» La situazione è completamente diversa per Fozzi. «Quei terreni sono nostri, tant'è vero che il Comune ha una polizza fidejussoria di 3,5 miliardi di vecchie lire, stipulata con la Cogesar, che ci ha comprato e poi restituito i terreni perché non poteva pagarli», spiega l'imprenditore. Fozzi però apre al Comune: «Se vogliono i terreni possiamo darglieli ma prima devono regolare la polizza», e poi aggiunge: «Noi vogliamo che si faccia la moschea. Ci si può costruire, visto che ci sono già delle cubature». In ogni caso, assicura Frau, «l'area è adibita al verde e su questa faccenda terrò un faro acceso. Non ci piacciono le cose che marciscono nel dimenticatoio».
SITUAZIONE INTRICATA Insomma, una situazione intricata che rischia di allontanare la possibilità di edificare il luogo di culto islamico, che comunque ha visto la ferma presa di posizione di tanti cagliaritani. In tanti invocano la reciprocità: «Nei paesi musulmani non si possono costruire chiese, perché qui da noi vogliono fare moschee?». Altri lettori ribattono ricordano l'articolo 3 della Costituzione, che tutela la libertà di culto nella Repubblica.
Mario Gottardi