La Camera ha approvato in extremis la legge anticasta Tutti soddisfatti: «Subito le riforme per cambiare l’isola»
di Alfredo Franchini
CAGLIARI. Il rischio che la Casta salvasse dal taglio venti poltrone in Consiglio regionale c’era tutto. Ma ieri sera, contro le pessimistiche previsioni, la Camera dei deputati, in quella che dovrebbe essere stata l’ultima seduta prima delle elezioni del 24 febbraio, ha votato la legge con cui si riducono le poltrone dei consiglieri regionali sardi: da ottanta a sessanta.
La Camera, in carica per l’ordinaria amministrazione, si è riunita in seduta straordinaria per non disperdere il lavoro fatto: se la legge che taglia il costo della politica non fosse stata approvata ieri, nella prossima legislatura l’iter sarebbe ricominciato da zero. Si temeva anche per la possibile mancanza del numero legale ma, invece, in aula c’erano 404 parlamentari e 400 sono stati i sì per il taglio dei consiglieri regionali. La riduzione, oltre la Sardegna riguarderà anche Firuli e Sicilia. La legge era stata a lungo discussa in Consiglio regionale, (c’era anche chi voleva tagliare il numero dei componenti dell’assemblea a cinquanta), e approvata definitivamente il 14 ottobre del 2011. Poi, trattandosi di una legge costituzionale, s’iniziò il lungo iter tra Camera e Senato, concluso ieri in extremis.
Tutti favorevoli i commenti, a cominciare dalla presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, che ha sottolineato come l’assemblea sarda abbia fortemente voluto la riduzione. Il presidente della giunta, Ugo Cappellacci, vede dal voto di ieri «una Sardegna antesignana a livello nazionale per quanto riguarda il cambiamento». «E' una decisione», commenta Cappellacci, «che segue le nostre scelte sulla riduzione dei costi della politica, adottate in tempi in cui ancora nessuno parlava di spending review». Per l’assessore agli Affari generali, Mario Floris, il taglio al numero dei componenti dell’assemblea può andare di pari passo con il rilancio dell’Autonomia: «La decisione di iericontribuisce a rilanciare la credibilità della buona politica, a rendere più funzionali i lavori del Consiglio adeguando il rapporto di rappresentanza tra cittadini elettori e rappresentanti eletti. Ora dobbiamo portare avanti il disegno di riordino complessivo della Regione».
Il deputato dell'Idv Federico Palomba, guarda avanti: «Ora spetterà al Consiglio regionale legiferare per attuare le indicazioni sulla parità di genere e sulla rappresentanza di territori contenute nel provvedimento approvato dal Parlamento. Se si abolirà il borbonico listino potrà essere garantita rappresentanza a tutti i territori della Sardegna». Soddisfatto il deputato del Pd, Paolo Fadda, che dal giorno prima si era attivato perché non mancasse il numero legale.
«Un provvedimento di assoluto prestigio che restituisce credibilità alla politica ed alle istituzioni», commenta Pietro Pittalis, capogruppo del Pdl. La fine del governo Monti non ha frenato una riduzione importante al costo della politica e Ignazio Artizzu sottolinea il ruolo del presidente della Camera, Gianfranco Fini: «E’ stato grazie a lui che si è potuta tenere questa seduta straordinaria della Camera». Il provvedimento viene da lontano dopo le proposte di legge costituzionale avanzate dal Consiglio regionale. La legge aveva ottenuto il via libera dal Senato ma serviva l’ultima lettura alla Camera per la quale era richiesta la maggioranza assoluta. A dare forza alla legge, il referendum regionale del maggio dell’anno passato. Tra i dieci quesit, approvati a larga maggioranza, i ce n’era uno, sia pure solo consultivo sulla riduzione del numero dei consiglieri.