TEATRO. L'inchiesta della procura
È durato meno di un'ora il faccia a faccia tra il sostituto procuratore Giangiacomo Pilia e Maurizio Porcelli, rappresentante del ministero dei Beni e le attività culturali nel Consiglio di amministrazione della Fondazione del teatro lirico. Porcelli, consigliere comunale del Pdl, è stato convocato ieri mattina in Procura come testimone nell'ambito dell'inchiesta su un presunto abuso d'ufficio e un presunto falso compiuti nella procedura di nomina del sovrintendente Marcella Crivellenti. Poco prima, il magistrato aveva sentito l'altro componente del Cda, Cristiano Cincotti, rappresentante del Comune.
Porcelli, nel corso dell'interrogatorio, avrebbe ribadito che sulla nomina della Crivellenti non c'è stato un voto ma è stata data fiducia al sindaco, che l'aveva richiesta avendo presentato lui il curriculum della manager barese, dopo aver ritenuto inadeguati quelli degli altri 44 candidati. Oggi sarà sentito il banchiere Antonello Arru, anch'egli componente del Cda, mentre nei giorni scorsi erano stati sentiti gli altri consiglieri di amministrazione, Gualtiero Cualbu, Oscar Serci e Felicetto Contu ed i revisori dei conti Anna Cristina Cabras e Francesca Nocera che assistettero alle riunioni del Cda del 1 e 15 ottobre finite sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. L'unico attualmente indagato per falso e abuso d'ufficio è il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, presidente della Fondazione del Lirico, anche se la sua iscrizione nel registro degli indagati potrebbe essere un atto legato alla necessità della Procura di acquisire - attraverso la polizia giudiziaria - i documenti relativi alle sedute consiglio di amministrazione.
Intanto ieri Giorgio Baggiani, consigliere di amministrazione nominato da Emilio Floris un anno e mezzo fa poco prima della fine del suo mandato e revocato da Massimo Zedda il 17 dicembre scorso senza aver mai messo piede nel Cda, ha presentato un ricorso al Tar per chiedere l'annullamento del provvedimento. Secondo il legale di Baggiani, Rosalia Bizzarro, le motivazioni della revoca, tra le quali la mancata verifica dei requisiti di Baggiani da parte del Cda e la mancanza di un rapporto fiduciario non hanno fondamento. Osserva, tra le altre cose, l'avvocato: come mai per verificare i requisiti dei consiglieri da lui nominati Zedda ha impiegato pochi giorni e per Baggiani non è bastato un anno e mezzo? (f.ma.)