Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Fiera degli sprechi tra progetti bloccati e tubature colabrodo

Fonte: La Nuova Sardegna
23 gennaio 2013

 

I padiglioni di viale Diaz pesano sul bilancio e non rendono Due consiglieri camerali polemizzano sulla sorte dell’ente





di Alessandra Sallemi

CAGLIARI. Fiera occasione sprecata. E’ uno degli argomenti caldi della polemica interna alla Camera di commercio montata a proposito delle scelte della giunta e del consiglio camerale su vari altri argomenti (dalla gestione di quasi 16 milioni di euro residui di cassa della Camera alle modalità di privatizzazione della Sogaer). Nell’elenco dei dissidenti figurano i consiglieri camerali Gianni Biggio e Mario Stevelli, nelle settimane scorse l’adesione all’idea della Camera di commercio di continuare a chiedere il sovracanone del 20 per cento sui diritti camerali (i soldi che le imprese versano alla Camera) è costata la presidenza della potente Cna (Confederazione nazionale artigiani) a Cristian Atzori che è rimasto nella giunta camerale, ormai a titolo personale. La vicenda poi si è conclusa con la scelta della Camera di rinunciare alla sovratassa.

Tornando alla fiera, pochi anni fa si era deciso di rilanciarla con un concorso di idee. Presidente era Biggio: «Non doveva essere una semplice ristrutturazione dei padiglioni, si chiedeva ai progettisti di studiare un nuovo assetto dell’intero quartiere fieristico». Stevelli: «Fu tre anni fa, la Camera di commercio deliberò per un concorso di idee che considerasse la fiera anche per la sua posizione nel frontemare della città, si doveva immaginare una fiera aperta al mare, alla nautica, il progetto fu pagato». Ancora Biggio: «Il progetto vincitore era molto bello. L’aveva elaborato lo studio Vanini (di Cagliari). Non era una nostra idea soltanto il fatto che quell’elaborato fosse di grande interesse: fu scelto assieme ad altri progetti nazionali per rappresentare l’Italia all’esposizione di Shangai. La Camera di commercio accettò di partecipare al prestigioso evento finanziando la presenza del progetto, che riqualificava completamente l’intero spazio, gli consegnava nuove funzioni, completava quelle rimaste a metà. Un esempio per tutti, ancora valido, è il centro congressi: può accogliere 1.500 persone ma non ha un ristorante. Era una carenza vistosa, i tecnici interni fecero un progetto, ma anche di questo non si è mai parlato, né in giunta camerale, né altrove». Stevelli: «Me lo sono chiesto e ho posto l’interrogativo: se non c’è più la volontà di mandare avanti una fiera di queste dimensioni, forse bisogna dirlo e non continuare a perdere soldi. Faccio un esempio: ogni anno ci troviamo con 60-70 mila euro di acqua da pagare perché le tubature sono fatiscenti. Il progetto per rifarle del tutto e mettere fine allo spreco costava 240 mila euro: si preferisce andare avanti così. Poi, l’anno scorso, ci siamo trovati davanti alla decisione della Camera di sdoppiare gli organismi amministrativi della fiera, non ero d’accordo, non ero il solo fra i consiglieri e il ministero dello Sviluppo economico nel settembre 2012 ha invitato la Camera di commercio a cancellare lo sdoppiamento. Non si è fatto nulla, anzi, è stato portato in consiglio camerale il bilancio della fiera presentato da organismi che non sappiamo ancora se siano legittimi o no. Per questo io il bilancio non l’ho votato».