Il Comune spende dieci volte quanto guadagna. In commissione Attività produttive arriva il piano per il rilancio della struttura di Stampace
Andrea Deidda
 

Il mercato di Santa Chiara lo scorso anno è costato al Comune circa 115 mila euro a fronte di un ritorno economico di appena 19 mila. Per questo l’assessorato alle Attività Produttive ora punta al rilancio con una proposta: “Uno spazio per la degustazione dei prodotti tipici”.

Il modello al quale guarda, con le dovute differenze, il sindaco Zedda è il mercato di Barcellona, la Boqueria. L’aveva annunciato in occasione della presentazione del progetto di via Cammino Nuovo, affermando che il mercato di Santa Chiara verrà riqualificato con i resti dell’antico mercato del largo Carlo Felice: “Saranno i tecnici del Ministero - disse - a trovare la soluzione per rendere compatibili i resti archeologici con il nuovo mercatino dei prodotti tipici che andremo a realizzare. Non sarà come la Boqueria di Barcellona, ma contiamo di decorarlo con alcuni dei resti del vecchio mercato del largo Carlo Felice di cui siamo ancora in possesso”.

Il rilancio del mercato è tornato d’attualità oggi durante la riunione della commissione alle Attività Produttive, alla quale ha partecipato anche l’assessore Barbara Argiolas che ha presentato una proposta allo studio della Giunta: creare una zona dedicata esclusivamente alla gastronomia dove poter degustazione prodotti tipici: “Dalla parte centrale - spiega il presidente della commissione Raimondo Perra(Psi) - verrebbero eliminati i box e sistemati attorno. Nello spazio libero la proposta prevede un bancone per la degustazione di prodotti alimentari”. La soluzione secondo Perra “consente di continuare a utilizzare la struttura come mercato ma al tempo stesso cerca di creare una nuova attrazione perchè, visto che si trova in pieno centro storico, il potrebbe entrare a fare parte dei percorsi turistici”.

In parte critico nei confronti della proposta Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari): “Come tutti i mercati cittadini quello di Santa Chiara è in sofferenza. Costa 115 mila euro e il comune ne incassa 19 mila, la soluzione allora va trovata coinvolgendo i privati che potrebbero proporre attività di vendita alternative".