Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Allora ritorniamo abusivi»

Fonte: L'Unione Sarda
16 gennaio 2013


IL CASO. Ieri frutti di mare esposti in via Caboto pronti per essere venduti
 

Nuova protesta dei ricciai: mercatini itineranti
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Gazebo chiusi e banchetti abusivi a bordo strada. I ricciai, dopo aver bruciato le licenze di concessione dei dodici chioschi del mercato di Su Siccu, hanno mantenuto la promessa: i frutti di mare sono in bella mostra in via Caboto, pronti per essere venduti. Ma la protesta andrà avanti: «Domani (oggi, ndr) ci sposteremo davanti al Comune, sotto i portici di via Roma», annuncia Gesuino Banchero, capo carismatico dei pescatori-ricciai. «Come in un mercato itinerante, nei prossimi giorni, saremo di fronte alla Prefettura e sulle scalinate della basilica di Bonaria. Chi era abusivo ha pagato per mettersi in regola. Ma non va bene e viene sanzionato. Tanto vale ritornare abusivo, gratuitamente».
Sulla recinzione di viale Colombo e di via Caboto campeggiano gli striscioni. “Mercato dei polli”. «I polli siamo noi», aggiunge Banchero, spalleggiato dagli altri ricciai. «Abbiamo partecipato a un bando credendo di poter vendere ricci facendo accomodare cagliaritani e turisti in una sedia davanti a un tavolino dove degustare i frutti di mare con un pezzo di pane e sorseggiando un bicchiere di vino. Altrimenti perché il Comune ci avrebbe chiesto la licenza di attività di vendita e somministrazione di alimenti e bevande, dopo aver partecipato a un corso professionale?». Sabato scorso, nel blitz di Capitaneria, Finanza e Carabinieri, i ricciai hanno scoperto di poter vendere esclusivamente ricci: «Ci hanno fatto firmare la licenza da un giorno all'altro. Avendolo saputo prima nessuno di noi avrebbe investito migliaia di euro per vendere ricci in un mercato degradato: non c'è illuminazione, mancano i cassonetti e i bagni chimici sono in condizioni pietose».
Durante la rivolta, con cinque banchetti “abusivi” in bella vista, arrivano i tecnici degli assessorati al Lavoro e ai Servizi tecnologici. «Siamo qui per predisporre i punti luce», annunciano. Non solo: la discarica a pochi metri dai chioschi verrà fatta sparire. «Un primo passo», sentenziano i ricciai. «Ma non basta. Perché non sfruttare le immense potenzialità del primo mercato dei ricci in Italia, permettendo ai clienti di accomodarsi anziché restare in piedi?».
Intanto l'assessore alle Attività Produttive, Barbara Argiolas, ha avviato i contatti per organizzare un tavolo con la Asl 8, competente in materia igienico-sanitaria, per verificare se sia possibile modificare le autorizzazioni. «Il Comune», fa sapere la Argiolas, «può intervenire sulla struttura. E lo sta già facendo. Sulle autorizzazioni per la vendita e la somministrazione decide la Asl secondo normativa». I ricciai chiedono di poter vendere altri frutti di mare e di far sedere i clienti: «Il bando era chiaro», replica l'assessore, «perché era ben specificato che si sarebbero potuti vendere solo ricci con eventuale degustazione in piedi. Dopo decenni di immobilismo sul mercato dei ricci, questa amministrazione è stata la prima a realizzare un progetto. Se possibile verrà migliorato».
Matteo Vercelli