10 Gennaio 2013 ore 12:18
La comunità musulmana ha già individuato alcuni possibili siti e terreni. I fondi per la costruzione dovrebbero arrivare da privati, ma l’autorizzazione sarà del Comune. I responsabili islamici: “Nessun problema, Zedda d’accordo col progetto”
Autore: Carlo Poddighe,
c.poddighe@cagliaripad.it
una moschea
Una moschea a Cagliari. Non uno stabile già esistente da utilizzare come luogo di culto, più o meno come avviene ora nei locali di via del Collegio alla Marina. Il sogno della comunità musulmana del capoluogo è quello di costruire un nuovo edificio, una vera e propria moschea con tanto di minareti e mezzaluna.
Anche per questo i responsabili della comunità stanno in questi giorni valutando diversi luoghi dove trasferirsi per la preghiera del venerdì. Troppo piccolo, per la sempre più numerosa comunità cagliaritana (circa 5mila persone), lo stabile di via del Collegio, tanto che i fedeli sono costretti a pregare all’aperto, per strada stendendo i loro tappeti tra auto e passanti.
I nuovi siti individuati dagli islamici sono tutti di proprietà privata e, oltre al centro storico, la loro attenzione sta andando verso quartieri più periferici. Due in particolare: la zona di Mulinu Becciu, vicino al campo sportivo di via Crespellani, e a Pirri in zona Monreale.
“Abbiamo avuto buone notizie per quanto riguarda le risorse economiche da investire per avere una nuova moschea che ci permetta di ritrovarci in un luogo più dignitoso di quello attuale”, spiega Sulaiman Hijazi, responsabile della Comunità musulmana El Hoda. I fondi dovrebbero essere garantiti anche dall’emiro del Qatar, Al Thani, che nei mesi scorsi è sbarcato a Cagliari con il suo panfilo per stringere accordi commerciali con l’Autorità portuale e per vagliare la possibilità di diversi investimenti nell’Isola, in particolare in Costa Smeralda. In quell’occasione Al Thani incontrò la comunità musulmana del capoluogo.
“A breve parleremo col sindaco di Cagliari – precisa Hijazi – perché per costruire una nuova moschea avremo bisogno di tutte le autorizzazioni necessarie. Ma siamo fiduciosi perché Zedda si è detto da sempre favorevole al progetto”.