TEATRO LIRICO. Il Ministero minaccia il commissariamento. Zedda : «Tutto chiarito»
Gli atti di nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del teatro lirico sono «irricevibili». E il teatro rischia davvero il commissariamento. Non solo perché «i verbali delle sedute del consiglio di amministrazione sulla nomina appaiono redatti in forma perplessa e contraddittoria». Ma anche perché mancano le firme del segretario verbalizzante (Gianni Lai) e del presidente (Massimo Zedda) e non c'è traccia dell'«approvazione di tutti i soggetti partecipanti alle sedute».
Questa volta a profilare una crisi formale della Fondazione del teatro lirico e a rilevare irregolarità nella nomina del numero uno di via Sant'Alenixedda non sono politici di destra e sinistra né i sindacati ma il direttore generale del ministero per i Beni e le Attività Culturali Salvatore Nastasi in una lettera raccomandata inviata martedì da Roma e giunta ieri mattina alla segreteria della Fondazione. Una missiva in cui è scritto con chiarezza che «permanendo quanto risulta agli atti l'incarico non è formalmente coperto» e nella quale si fa palese riferimento alla nomina di un amministratore straordinario a causa di «gravi irregolarità nell'amministrazione, ovvero gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie, che regolano l'attività della fondazione».
ZEDDA: «TUTTO CHIARITO» Un affondo durissimo che ieri pomeriggio il sindaco-presidente, rispondendo a un'interrogazione urgente del capogruppo del Pdl Giuseppe Farris, ha ridimensionato: «Ho parlato con il direttore del Ministero, che mi ha pregato di riferirvi della nostra telefonata. A Roma non avevano ricevuto i verbali della seduta del cda del 21 dicembre scorso nel corso della quale è stata formalizzata la nomina del sovrintendente», ha detto Zedda in Consiglio comunale. «Sono rimasto stupito della mancata trasmissione, che avevo dato per scontata, ma oggi gli atti sono stati inviati e tutto è stato risolto».
ASPETTI POCO CHIARI Ma le rassicurazioni di Zedda non diradano del tutto le nubi scure che ieri mattina si sono addensate sopra il teatro. Intanto perché al Ministero - come è scritto nella lettera, che sarebbe stata inviata anche alla procura della Repubblica e alla procura della Corte dei conti - risultano già inviati i verbali della seduta del 21 e quelli delle riunioni del 1 e del 15 ottobre. Ma restano altri aspetti poco chiari. Nastasi, ad esempio, fa riferimento alle «asserite irregolarità nella procedura di nomina non manifeste nella lettura della scarna documentazione inviata». Di più: gli allegati alla nota inviata dal Comune il 21 dicembre «ampliano il campo di indagine sulla legittimità delle ultime sedute del consiglio».
I VERBALI Un'altra parte tutta da chiarire riguarda la forma e la sostanza dei verbali di nomina. La cui presunta irregolarità era stata immediatamente denunciata dai rappresentanti di Regione e Ministero in consiglio di amministrazione (Felicetto Contu e Oscar Serci), che si erano prima dissociati poi dimessi. Per il direttore generale del Ministero, «appaiono redatti in forma perplessa, contraddittoria, non danno rappresentazione della dovuta linearità dell'agire amministrativo ma...non sono ricevibili perché mancano le firme sia del segretario che del presidente laddove atti di così conclamata delicatezza devono ottenere l'approvazione di tutti i soggetti partecipanti alle sedute medesime e recarne traccia formale oltre il normale limite dello scrupolo». Negli atti inviati, peraltro, non ci sarebbe traccia di uno scritto consegnato da Serci a tutti i consiglieri contenente le ragioni del suo dissenso sulla linea portata avanti dal sindaco. Uno scritto che inficerebbe quell'unanimità sulla nomina sempre evocata da Zedda.
REVISORI NEL MIRINO Il Ministero, infine, tira le orecchie ai revisori dei conti invitando il collegio a fornire «il proprio parere sulla vicenda» e annuncia altri interventi sulla composizione del cda e «sulla legittimità delle ultime sedute dell'organo».
Insomma, gli aspetti torbidi restano e la vicenda è tutt'altro che chiusa.
Fabio Manca
LA REGIONE. L'assessore Sergio Milia ammonisce il Comune: serve un vertice legittimo
«Così si danneggia la cultura sarda»
«Per il bene della Fondazione del teatro lirico ed in particolar modo dei lavoratori, auspico che nel più breve tempo possibile si possa giungere ad una conclusione dell'iter che doterà il Lirico di un sovrintendente nel pieno rispetto delle procedure che, come si legge nella nota inviata dal direttore generale del ministero dei Beni e le attività culturali al sindaco Massimo Zedda, come presidente della Fondazione Teatro lirico, l'incarico di sovrintende risulta non formalmente coperto».
È il commento dell'assessore alla cultura, Sergio Milia, alla lettera del direttore generale Salvatore Nastasi che considera «irricevibili» gli atti di nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Teatro lirico e considera l'incarico non formalmente coperto. «L'impasse al quale si assiste da troppo tempo è un danno per tutta la cultura sarda», conclude Milia.
Ancora una volta la Regione prende posizione su una delle vicende «calde» della città sulle quali ha direttamente voce in capitolo visto che del Lirico è il principale finanziatore con un contributo di oltre 10 milioni di euro all'anno.
Non a caso alla vigilia della seduta del cda del 21 dicembre scorso che ha nominato Marcella Crivellenti sovrintendente era sceso in campo anche il presidente della Regione inviando una lettera al ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, per denunciare «il perdurare di questa conduzione amministrativa che appare inadeguata rispetto all'importanza ed al prestigio dell'Ente». Una decisione, quella di scrivere al ministro, scaturita dopo un incontro con i sindacati del Lirico, che sulla nomina del sovrintendente hanno anche presentato un esposto in Procura, che nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo.
Cappellacci era stato chiaro quando aveva scritto che «appaiono quantomeno dubbie le procedure seguite dal Consiglio di amministrazione, su impulso del suo presidente». Ed aveva ricordato che «in mancanza di una gestione capace di assicurare i massimi livelli possibili in termini di competenza e trasparenza», la Regione «si vedrebbe costretta a riconsiderare» i suoi finanziamenti, cioè il fondo annuale che dedica al Lirico (circa il 40% del bilancio) e l'intervento straordinario disposto quest'estate, che ha permesso di sanare la posizione debitoria della Fondazione.
Secca, anche in quella circostanza, la replica di Massimo Zedda al termine del cda: «Noi stiamo cercando di salvare il Lirico, di risolvere i problemi che le gestioni passate hanno causato al teatro. Se chi ci lavora vuole il fallimento continui pure così». (f.ma.)