Cagliari
5 Gennaio 2013 ore 13:11
In una lettera ai cittadini il sindaco di Cagliari spiega le sue ragioni sulla questione dei chioschi del Poetto. E attacca Cappellacci: “Il rispetto delle regole deve essere la via maestra per chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica”
Carissime e carissimi,
mi sembra importante chiedervi alcuni minuti per leggere queste righe.
Scrivo del Poetto, la nostra spiaggia, che ancora una volta attraversa una fase difficile, e scrivo sulla questione dei baretti: di nuovo chiusi per ragioni non semplici da spiegare, dall'esterno neppure facili da comprendere.
L'unica cosa che si vede, in questo momento, è che le strutture sono in fase di smontaggio. Stiamo lavorando perché sia l'ultima volta, e perché la prossima apertura sia per sempre, ininterrotta durante tutto l'anno.
Perché questo possa avvenire serve l'approvazione definitiva del Piano di Utilizzo dei Litorali (Pul), lo strumento normativo che regola l'attività sulle spiagge. A Cagliari, nonostante i nostri chilometri di litorale, non esisteva: nessuno, prima d'ora, si era preoccupato di lavorarci.
In questo anno e mezzo di governo - mentre evitavamo la demolizione dei baretti ordinata dalla Procura della Repubblica in piena estate 2011, appena arrivati; mentre siamo riusciti a garantire la riapertura degli stessi baretti in tempo per l'estate 2012, anche grazie al lavoro e alla collaborazione dei gestori; mentre ripulivamo la spiaggia dall'amianto senza interdirla del tutto, come ci era stato chiesto nella prima fase dell'emergenza; e mentre recuperavamo i soldi per il lungomare, i cui lavori sono stati assegnati e inizieranno a breve - ce ne siamo occupati noi: in modo silenzioso, senza grandi proclami. Siamo una delle sole due Amministrazioni ad aver adottato il Piano di Utilizzo dei Litorali nei tempi indicati dalla Regione.
L'adozione del Pul - che prevede il 70 per cento di spiaggia libera - è arrivata nel mese di ottobre in Consiglio comunale: il documento, ora, è nella fase di pubblicazione. È la fase in cui i cosiddetti portatori d'interesse (sono le varie istituzioni e gli enti che in qualche modo operano sulla spiaggia) possono portare le proprie osservazioni prima dell'approvazione definitiva in Consiglio comunale. Poi il documento arriverà in Regione per la verifica di coerenza. Non è questione semplice, ma sono sicuro che ognuno farà la propria parte nei tempi e nei modi più rapidi possibili.
Nell'attesa il vuoto normativo ci ha obbligato a prendere la decisione più dolorosa, la chiusura dei baretti. Non è una decisione che viene dal nulla, anzi. La impongono le leggi attuali, per cui le strutture devono essere "temporanee". È materia urbanistica e il vincolo della temporaneità, in attesa del Pul, è un vincolo insuperabile: le uniche concessioni oggi ammissibili sulla spiaggia devono avere carattere temporaneo.
Lo sa bene anche chi in questi giorni - come il Presidente della Regione - si è prodigato in suggerimenti e ha offerto la propria disponibilità per una soluzione mettendo in campo, parole sue, tutte le "ipotesi possibili". Una era la concessione di nuove autorizzazioni, possibilità che sarebbe in capo al Comune. Non è così, purtroppo. Come Amministrazione comunale non possiamo intervenire sul vincolo della temporaneità: ed è sul rispetto di questo vincolo che è viva l'attenzione della Magistratura.
Non servono "ipotesi possibili", servono soluzioni legali e legittime. In caso contrario i primi a rimetterci sarebbero proprio i gestori dei baretti: perderebbero le concessioni demaniali attuali e, in prospettiva, la possibilità di poter ottenere le nuove autorizzazioni per la prossima stagione. Di questo sono consapevoli e infatti, nonostante il legittimo disappunto, stanno ancora una volta mostrando grande maturità.
Sino a qui le questioni più tecniche. Dal punto di vista politico capisco e colgo in città tutto il disappunto di chi a quei chioschi è affezionato. Lo sono io per primo, e anche questo i gestori lo sanno. Ma da sindaco non posso mettere la ricerca spasmodica del consenso - o il timore di perderlo - davanti al rispetto delle leggi.
L'ho già scritto al Presidente della Regione: il rispetto delle regole deve essere la via maestra per chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. E' quello che mi è stato insegnato ed è l'azione pedagogica, quotidiana della politica: è successo per lo stadio, che restituiremo alla città, ed è successo per l'Anfiteatro che stiamo liberando dalla legnaia e sarà al tempo stesso monumento visitabile e luogo di spettacolo. Vale per i baretti e varrà in ogni nostra scelta per Cagliari.
Grazie per l'attenzione riservata a queste righe, a tutti voi i miei migliori saluti.
Massimo Zedda