Cagliari
6 Gennaio 2013 ore 11:52
La soluzione individuata degli ecologisti per la sistemazione degli spazi intorno alle mura di Castello. Morittu: “Non riusciamo a capire che grande stimolo per i sensi potranno avere l’odore di gas di scarico delle auto e la vista di veicoli"
redazione cagliaripad
Sarebbe sufficiente un salubre ed economico progetto paesaggistico di “vero” verde, altri alberi e arbusti, l’attuale pavimentazione in calcestruzzo sostituita da un legante ecologico che metta in evidenza il calcare, per migliorare sensibilmente l’attuale condizione dei luoghi, ancora pieni di fascino. Basterebbe limitare il traffico nel quartiere ai soli residenti per vedere vie e piazze già quasi libere dalle auto. Senza contare che durante la lunga esecuzione dei lavori potrebbero cambiare le condizioni di partenza, anche per le stesse politiche sulla mobilità già in programma e il crollo generalizzato del mercato automobilistico. Il multipiano, invece, sarà un’opera definitiva che stravolgerà i luoghi in modo irreversibile. Potremmo ritrovarci l’ennesimo scheletro di cemento, vuoto e la rocca mortificata per sempre.
L’esempio del parcheggio di terrapieno, del resto, ridotto a un’orrenda terrazzata di cemento e fortemente sottoutilizzato, costituisce un precedente che dimostra il grande impatto ambientale e l’inutilità anche del progetto sotto le mura di Santa Croce.
Eppure, nella Relazione tecnica generale architettonica e del paesaggio, si ha il coraggio di affermare che “gli scenari di declinazione del vocabolario paesaggistico dovranno confrontarsi con le funzioni del passeggiare e contemplare, il riposo e l’area tranquilla, le fontanelle, le aree di sosta, gli affacci panoramici, i balconi sul paesaggio e le prospettive a lungo raggio, l’odorare, guardare, sentire e la qualità del verde”.
Non riusciamo proprio a capire che grande stimolo per i sensi potranno avere l’odore di gas di scarico delle auto, la vista di veicoli che vanno e vengono e di come l’udito possa essere gratificato dal continuo rombo dei motori.
Per non parlare dell’immensa soddisfazione che si proverà nel “passeggiare e contemplare” le bocche di aerazione e il tetto di un parcheggio in cemento che, si legge, non tollererebbe uno strato di terra umida superiore ai 20 centimetri.
Decisioni tanto importanti non possono essere prese nel giro di una settimana, paventando sempre la perdita dei finanziamenti, anche se si tratta di finanziamenti regionali, non comunitari, che hanno un margine ampio di contrattazione e difficilmente si perdono. Per scelte così determinanti non basta neanche qualche mese, soprattutto se si vuole evitare il rischio che le nostre mura subiscano la stessa sorte della spiaggia del Poetto.
Maria Paola Morittu, Referente per la Pianificazione Territoriale di Italia Nostra