Intervista a Fabrizio Rodin
di Jacopo Norfo
Sabato 05 Gennaio 2013 | 01:10
"Non esistono muretti a secco, non siamo una forza di opposizione ma il principale partito della maggioranza: Zedda è il nostro sindaco ma saremo sempre i primi a dirgli dove e perchè sta sbagliando". Fabrizio Rodin, neo vice capogruppo del Pd, spiega la linea di un partito più che mai sotto i riflettori, dopo due comunicati al fulmicotone sparati in sole 24 ore, prima sul Poetto e poi sul Lirico. Nessuna richiesta di poltrone, ma una dialettica vivacissima: il Pd vuole sentirsi più vicino ai cagliaritani di quanto forse lo stia facendo la giunta Zedda. Rodin non usa metafore: "Non sono gli assessori ma i consiglieri comunali i veri rappresentanti dei cittadini, e noi di consiglieri ne abbiamo ben 13".
Rodin, ma allora in cosa sta sbagliando il sindaco Zedda? Non sarà che la vera opposizione, a Cagliari, ormai la sta facendo proprio il Pd?
La nostra la chiamerei casomai una maggioranza costruttiva, che si è sempre vista in aula con i numeri nei momenti decisivi. Con Zedda ci riconosciamo nelle scelte giuste, non però in quelle sbagliate. Il Poetto, ad esempio: proprio il consiglio comunale aveva votato un ordine del giorno che impegnava la giunta a promuovere una conferenza di servizi sul destino dei baretti. Un appello rimasto inascoltato. Noi crediamo che invece, per il bene degli operatori dei chioschi ma anche di tutti i cagliaritani, sia necessario che tutti gli enti si siedano attorno a un tavolo per trovare la soluzione giusta. Dove sbaglia questa giunta? Noi pensiamo si possa fare molto di più per la Cultura, per le strade che vediamo spesso sporche, per dare spazi veri alle associazioni e non lasciare chiuso col lucchetto l'enorme patrimonio immobiliare che il Comune non utilizza. Le associazioni cagliaritane hanno bisogno di sedi adeguate, a cominciare da quelle del volontariato: per loro stiamo facendo nascere per la prima volta a Cagliari una Consulta, ma come farà a operare senza locali adeguati? Poi c'è il settore dell'edilizia abitativa, anche quello viaggia col freno tirato.
Parliamo della Cultura, allora, un settore gestito da Sel che esprime sia l'assessore che il presidente della commissione: cosa non funziona?
Intanto non ci sono le risorse per fare girare a dovere la Cultura a Cagliari: io chiedo che i finanziamenti nel prossimo bilancio siano aumentati dai 400 mila euro di quest'anno ad almeno un milione di euro, quindi più che raddoppiati. La cultura genera economia, ma noi ci rinunciamo: Salisburgo ad esempio ha costruito la sua ricchezza esclusivamente sul jazz, noi siamo ancora senza spazi per i concerti e la musica. Credo che la Manifattura Tabacchi, che presto sarà a disposizione del Comune, possa essere un luogo importante per concerti e attività culturali. Ma anche l'ex Vetreria di Pirri è una struttura bellissima e poco valorizzata: le associazioni culturali di Cagliari vogliono sentirsi più partecipi dei progetti. Sulla Cultura il centrosinistra può e deve fare molto di più. Sul teatro Lirico invece abbiamo detto chiaramente che adesso vogliamo vedere risultati concreti: ci piacerà capire subito se gli incassi al botteghino aumenteranno, abbiamo chiesto la nomina di un nuovo direttore artistico ma soprattutto vogliamo vedere il piano industriale per capire dove andrà davvero il teatro. Il sindaco ha voluto insistere sulla nomina della Crivellenti, criticata non da noi ma da tutti i lavoratori del teatro. Speriamo abbia fatto la scelta giusta, noi le perplessità le avanziamo prima. Con proposte concrete, però.
Non sarà però che il Pd di Cagliari rumoreggia perchè è l'unico esempio in Italia di partito di maggioranza che non ha neanche un assessore e neanche un membro nei cda degli enti importanti?
Posso rispondere che il Pd poltrone non ne ha mai chieste, anzi nel caso del Lirico abbiamo messo le mani avanti: non volevamo posti in quel cda, infatti è stato nominato Corrado Cabras. Allo stesso modo non abbiamo mai chiesto un rimpasto in giunta, non abbiamo mai votato contro alcun progetto importante per la città. Ci dichiariamo leali al sindaco, ma non per questo fedeli. Alleati, ma non a quattrozampe: quando qualcosa non ci convince, ci piace avere la libertà per dirlo chiaramente. Siamo stati eletti dai cagliaritani, a loro dobbiamo dare risposte sul programma col quale abbiamo vinto le elezioni. Abbiamo vinto per non fallire. Se poi in futuro il sindaco riterrà opportuno cambiare qualche pedina dell'esecutivo di governo, ascolteremo come sempre le sue proposte. Massimo sostegno a Zedda insomma, ma con la schiena dritta. Su molte scelte strategiche ci siamo trovati d'accordo, come sullo stadio Sant'Elia dove Cellino stava chiaramente forzando la mano. Su altre, come i rifiuti e gli immobili, come la spiaggia o il teatro che sono nodi importanti per il capoluogo, esprimiamo il nostro parere perchè ci sentiamo il partito degli elettori e non degli eletti. Le primarie del 30 dicembre sono state una piccola rivoluzione epocale, perchè a differenza di altre sono state primarie vere. Chi avrebbe scommesso anche solo un giorno prima sulla grande vittoria di Romina Mura e sulla sconfitta di big come Chicco Porcu o Graziano Milia? Sono state primarie contendibili, non facciamo patti finti con la gente, tutti i candidati hanno preso voti senza plebisciti costruiti a tavolino.
Ora arrivano le elezioni politiche e poi quelle regionali: non sarà che tutta questa fibrillazione è semplice campagna elettorale?
No, perchè nel Pd le scelte le stanno facendo appunto i cittadini e non i politici. penso che le elezioni regionali possano tenersi in anticipo, anche nel prossimo autunno: se l'Udc ottenesse un buon risultato nazionale, potrebbe trovare il coraggio di staccare la spina a Cappellacci. Allora saranno i sardi a esprimere il prossimo possibile Governatore: il Pd ha nomi importanti come Roberto Deriu che è già in pista, come Mario Bruno, come Francesca Barracciu, come Francesco Sanna. Ma in questo partito sono possibili anche le sorprese che vengono dal basso: Romina Mura ha dimostrato che anche chi non è un big assodato può essere candidato se ha il consenso vero della gente. E i consigli comunali sardi pullulano di personalità importanti. Graziano Milia sbagliava quando diceva che si poteva togliere il Comune di Cagliari al centrodestra soltanto mettendo in campo la lista dei big. Abbiamo vinto invece con la forza più bella, quella del rinnovamento, quella dei giovani. Forse sarà per questo che, adesso, vogliamo davvero governare bene questa città nel nome dei cagliaritani.