Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lirico, quella di Fiori la gestione top

Fonte: La Nuova Sardegna
7 gennaio 2013

I quarantacinque anni di attività del teatro nei numeri. Il crollo finanziario con Meli, il flop artistico con Di Benedetto

.+-di Mauro Lissia
.CAGLIARI. E' stato nel periodo 1985-1987, con Franco Fiori sovrintendente, che il teatro lirico ha raggiunto il record di rappresentazioni liriche e di balletto, raddoppiando il numero di spettatori rispetto al triennio precedente. Lo dicono i dati ufficiali sui 45 anni di attività raccolti all'archivio della Fondazione, dati che contraddicono senza possibilità d'appello chi oggi vorrebbe richiamarsi agli otto anni della gestione di Mauro Meli come ai più fecondi per la musica colta cagliaritana. Si tratta di numeri inequivocabili: nel 1985 l'allora ente lirico ha rappresentato 90 opere, nel 1986 sono diventate 87 e l'anno dopo 88. Una produzione stabilmente ricca, ricordata ancor'oggi per la qualità e per l'ottimo rapporto con i costi, che risulta dimezzata nel 1988 quando al timone del lirico arrivò Falqui. La gestione Fiori detiene anche il record assoluto di rappresentazioni complessive - lirica, balletto più i concerti - ed è quello maturato del 1987: sono 309. E per capire l'importanza di questi numeri, rimasti ineguagliati, basta confrontarli con quelli del 2011, sovrintendente Gennaro Di Benedetto: appena 37 opere liriche e balletti, solo 122 date compresi i concerti. A scorrere i dati storici del lirico si scopre che la gestione Meli non riesce neppure ad avvicinarsi a quella di Fiori almeno sul piano della quantità: il discusso sovrintendente delle spese faraoniche parte con 31 opere liriche nel 1997, al primo anno di attività, per salire fino alle 49-50 del triennio finale, dal 2002 al 2004. E' vero che quelli sono stati gli anni di Kleiber, Pretre e Maazel, presenze di valore pagate con un dissesto dei conti (debito patrimoniale di 25 milioni) ancor'oggi insanato. Meli però si piazza bene nel complesso delle rappresentazioni, che nel 2002 sono 259. Diverso il quadro offerto dal numero degli spettatori: Meli ha il primato, ottenuto nel 2002 con 168.611 mentre Fiori non ha superato i 102 mila (1987) ma le due situazioni non sono omogenee: nel 1993 l'attività artistica è stata trasferita dal teatro del conservatorio al comunale, che ha ben altra capienza. Per di più Meli ha beneficiato della trasformazione degli enti lirici in fondazioni di diritto privato (1998) che ha portato introiti maggiori e maggiore libertà d'azione per i sovrintendenti. Scorrendo ancora i numeri si scopre che la gestione di Maurizio Pietrantonio (2005-2010) ha mantenuto invariato il dato medio sulla presenza di spettatori dell'era Meli - sempre attorno ai 125 mila - mentre il crollo a 104 mila si è registrato con Di Benedetto. Dati positivi risultano anche per la gestione di Angela Spocci, che pure aveva ereditato un ente lirico allo sbando, con appena 134 rappresentazioni e 39 opere prodotte con Linguardo, appena 10 in più con Fozzi al vertice del teatro: sotto la guida della prima donna nominata al Lirico si registra un’impennata di offerte, che tocca quota 227 nel 1995 . Segno chiaro che le capacità del sovrintendente sono decisive non solo per tenere i conti in ordine ma anche per garantire un'offerta artistica alta. Ma le capacità manageriali sono legate a filo doppio con la competenza, che significa conoscenza approfondita della musica e del mercato di riferimento. Non a caso sono questi i criteri indicati dallo statuto della Fondazione, criteri che nella nomina di Marcella Crivellenti - secondo i sindacati d e secondo il governatore Ugo Cappellacci - non sarebbero stati rispettati, almeno non sino in fondo. L’ultima parola - azioni giudiziarie a parte - spetterà al ministero dei Beni culturali, che dovrebbe esprimersi a giorni sulla regolarità della nomina. Dopo la nota trasmessa dalla Regione («procedure almeno dubbie») la scelta più probabile resta quella di commissariare il teatro.