20 Dicembre 2012 ore 10:57
Restituire a Cagliari una sua fondazione mitica. È questo il fine ultimo della ricerca di Cristiano Pintus, giornalista e “passeggiatore ordinario presso la Sella del Diavolo e altre località della costa cagliaritana”
Autore: Carlo Poddighe,
c.poddighe@cagliaripad.it
La copertina del libro di Cristiano Pintus
Restituire a Cagliari una sua fondazione mitica. È questo il fine ultimo della ricerca di Cristiano Pintus, giornalista e “passeggiatore ordinario presso la sella del Diavolo e altre località della costa cagliaritana”. Dopo anni di indagine ha voluto riordinare i suoi studi in un libro che unisce il rigore scientifico della ricerca alla semplicità narrativa del romanzo. Dalla sua casa in viale Poetto, d’altronde, Pintus ha sempre visto stagliarsi all’orizzonte quel promontorio che spezza in due il Golfo degli Angeli. Il suo nome, Sella del Diavolo, di angelico ha senz’altro poco e la sua legenda è conosciuta da tutti i cagliaritani. Lucifero sconfitto dall’Arcangelo Michele precipita sulla terra cadendo cavalcioni sul promontorio che prende la forma di una sella.
Cosa c’era da aggiungere?
Niente. Anzi è stato aggiunto già troppo. Tutto per rimuovere un passato, il passato, e dimenticare quello che veramente c’era sulla Sella e i riti che vi si praticavano.
Quali riti?
Il promontorio è la bara di calcare di Venere Ericina. La dea Astarte dei Fenici che, come loro tradizione, sulle alture erigevano i templi alla divinità. Di quello sulla Sella oggi rimangono le due cisterne rituali mentre sino all’800 erano visibili anche i resti del perimetro.
È lei la bella addormentata nel golfo?
Sì, l’Astarte fenicia è la punica Tanit, l’Iside egizia, la greca Afrodite, la Venere romana: l’Eterno femminino, il cui culto preistorico è tanto ben attestato anche in Sardegna. Figura dell’erotismo e genitrice di vita, simbolo di rinnovamento. Sulla Sella si svolgevano i riti della prostituzione sacra cari alla dea. Contro quei riti si scagliò con violenza l’imperatore Costantino, convertito al Cristianesimo, che ordinò all’esercito di distruggere i santuari e bonificare i luoghi dove sorgevano.
È il momento in cui da luogo sacro per un culto pagano la Sella,con la “nuova” religione, diventa terra del Diavolo?
Il colle assume una nuova forma. Sono molti i riferimenti alla dea nei versetti dell’Apocalisse di Giovanni. L’apostolo invita continuamente a prendere le distanze dal culto idolatrico e dai suoi riti. Dice Giovanni che Lucifero una volta caduto in terra «si fermò sulla spiaggia del mare», un «mare di cristallo». Non era poi così difficile immaginare il Poetto che i primi cristiani avevano davanti agli occhi tutti i giorni. La bestia ha sette teste, che sono «i sette colli sui quali è seduta la donna». Roma? Sì, ma anche Cagliari sorge su sette colli. E tanti sono i parallelismi che analizzo nel libro.
Una damnatio memoriae arrivata sino ai giorni nostri.
Sì, perché sono pochi gli stessi cagliaritani che conoscono la vera storia del promontorio e pochi quelli che lo visitano, molti meno dei turisti. Ma il fatto che in questo momento siano stati aperti dei cantieri archeologici sulla Sella è segno della volontà di ricostruire una pagina della storia di Cagliari, non solo dimenticata, ma volutamente strappata.