Authority per l'energia: servono 65 miliardi di investimenti. La Sardegna ne deve trovare 1,5
Nel 2013 il costo salirà per effetto della rete da sistemare La rete idrica è come un colabrodo e anche in Sardegna nel 2013 l'acqua sarà più salata. Per la prima volta, in occasione della “Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici”, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che con il decreto salva-Italia ha acquisito le competenze sull'acqua, ha scattato la fotografia del servizio idrico italiano mettendo in luce verità conosciute ma sottaciute perché penose. Le reti della Penisola (in Sardegna oltre 600 per 350 Comuni gestiti da Abbanoa) sono vecchie, piene di buchi, e inadeguate per servire i periodi di punta (l'estate) nelle zone turistiche. Tanto da generare perdite di acqua potabilizzata che se nella media arrivano al 30%, in molte regioni tra cui la Sardegna toccano picchi del 65%. Tutta acqua persa in tubi arrugginiti e forati come fossero fette di gruviera. Cagliari, Alghero, Sassari, La Maddalena, Bosa, Macomer, Porto Torres e Iglesias, le aree con maggiori perdite che Abbanoa ha “timbrato” col bollino delle priorità 2013 nel piano di ristrutturazione.
COSÌ L'AUTHORITY Il 15% della popolazione italiana è senza un sistema fognario, ha tuonato l'Autorità nazionale. I depuratori sono insufficienti o inesistenti per un italiano su tre, ha continuato nella sua relazione. E 112 comuni tra Campania, Lazio e Toscana, ha concluso, sono fuori legge per l'acqua contaminata dall'arsenico. Ergo: sono indispensabili oltre 60 miliardi di investimenti nei prossimi 30 anni - di cui 1,5 miliardi in Sardegna - motivo per cui già all'inizio dell'anno l'Authority definirà un nuovo sistema di tariffazione per allineare il costo dell'acqua in Italia con quello dei vicini di casa europei. E saranno guai.
PECULIARITÀ SARDE Nell'Isola ci sono molti impianti di depurazione ma la densità abitativa è bassa e distribuita a macchia di leopardo: il 56% serve una popolazione complessiva del 6%. L'equazione: per tanti impianti sono necessari tanti investimenti. E se l'Autorità per l'Energia parla di 1,5 miliardi, la domanda è: chi metterà tutti questi soldi? Abbanoa, gestore del servizio alle prese con la prima capitalizzazione (attesa dal 2002 e non ancora eseguita), debitore e maxi-creditore allo stesso tempo, no di certo. Toccherà agli utenti sardi contribuire di tasca perché secondo la legge la tariffa deve coprire il servizio e gli investimenti ma quella sarda basta solo per il primo. E siccome in Sardegna la tariffa è inferiore di circa un euro rispetto a quella che si sarebbe dovuta applicare per legge, la bolletta crescerà. Pena il collasso del sistema.
LA REVISIONE Quanto costa l'acqua? A vedere le tabelle, la tariffa reale applicata ad uso domestico per un consumo fino a 70 metri cubi è di circa 36 centesimi (a salire da 71 metri cubi in su). Altra cosa è la tariffa reale media, così chiamata perché fa una media tra tutte le categorie (domestico, industriale e via dicendo): il nuovo piano tariffario potrebbe farla salire da 1 euro e 53 centesimi a oltre 1 euro e 70 cent.
IL NODO-INVESTIMENTI Intervenire sui ritardi descritti dall'Autorità per l'energia è urgente. Se da luglio pende una condanna Ue per la mancata depurazione soprattutto in Calabria e in Sicilia, in Sardegna il ritardo degli interventi ha comportato l'avvio di procedure di infrazione comunitaria, fin dal 2001, per gli agglomerati superiori ai 2000 abitanti (questione in parte affrontata con alcuni interventi programmati dal Cipe/Mise che ha individuato interventi da attuare per il sistema fognario depurativo isolano di circa 52 milioni). Soldi che serviranno per evitare l'infrazione, ma non per risolvere il problema di fondo: garantire la continuità del servizio idrico.
Emanuela Zoncu