Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un leader sardo nel Risorgimento

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2008

Oggi in Municipio a Cagliari si discute di Giorgio Asproni: un volume illustra la sua complessa figura di politico, intellettuale e giornalista



Oggi, alle17,30 nella sala consiliare del Palazzo Municipale in via Roma, sotto l'egida dell'Associazione culturale Giorgio Asproni, del Comune di Cagliari, e del Consiglio Regionale, verrà presentato il libro "Giorgio Asproni, un leader sardo nel Risorgimento italiano", a cura d Luigi Polo Friz e Tito Orrù, edizioni AM&D.

Ricordare oggi, a duecento anni dalla nascita Giorgio Asproni, può sembrare difficile, soprattutto se il messaggio è diretto per il grande pubblico al di fuori della cerchia degli studiosi di storia. Eppure non c'è dubbio che Asproni sia stato contemporaneamente un padre della patria sarda e un padre della patria italiana durante l'unificazione risorgimentale. La sua vita di giornalista e politico era troppo in anticipo rispetto ai tempi tumultuosi nei quali era vissuto. Nato nel 1808 a Bitti studia nelle università di Sassari e di Cagliari teologia e diritto, sacerdote e giovane canonico nella diocesi di Nuoro, nel 1848, con la concessione dello Statuto albertino e la nascita del Parlamento subalpino, abbandona la carriera ecclesiastica per la politica vissuta come missione totale. Deputato dal 1848 al 1876, giornalista, polemista brillante e profondo, collaboratore e direttore di giornali di orientamento democratico. Repubblicano, mazziniano, federalista, aderirà nel 1867 alla massoneria. Amico di Mazzini, Garibaldi, Bakunin, Crispi e Cattaneo, strenuo difensore di una concezione laica dello Stato e dei valori più avanzati della democrazia liberale tra i quali la libertà di stampa e la tolleranza religiosa. Si batterà per l'unità d'Italia combattendo la deriva centralista e il controllo piemontese sullo Stato. Alla classe dirigente piemontese imputerà di aver sfruttato in modo colonialistico la Sardegna. La lucidità politica lo porterà ad essere il parlamentare sardo più autorevole, diventando uno dei leader della Sinistra democratica prima nel parlamento subalpino a Torino e poi nella Camera dei deputati (a Firenze e a Roma) del neonato regno d'Italia. Il suo Diario politico, curato da Tito Orrù e Carlino Sole, pubblicato in sette volumi, è un fondamentale documento per gli studiosi del Risorgimento.
La vivacità dei convegni dedicati ad Asproni in questi anni e la presenza di giovani studiosi tra i partecipanti indicano bene come il personaggio continui ad esercitare un forte fascino. Deputato dell'opposizione era intransigente nelle questioni di principio ma conosceva e sapeva utilizzare come pochi i meccanismi e le mediazioni parlamentari. I suoi contrasti con il conte Cavour riassumono i caratteri dell'Italia risorgimentale e l'incapacità dei migliori uomini di governo sabaudi nel comprendere la diversità delle isole e del Meridione d'Italia rispetto alla pianura padana. Dieci anni dopo la scomparsa di Cavour, nell'Asproni giornalista, che scrive per importanti giornali italiani e stranieri, c'è la soddisfazione di avere combattuto con totale generosità per l'unificazione dell'Italia da Nord a Sud assieme ai democratici della Sinistra storica. I nuovi studi sulla biografia e il convegno tenutosi a Bitti nel 2006, con gli atti ("Giorgio Asproni un leader sardo nel Risorgimento italiano") appena raccolti dall'omonima Associazione Asproni, svelano la sua complessa personalità formatasi inizialmente in una Sardegna che usciva dalla conservazione arcaica per affrontare traumaticamente l'ingresso nell'economia capitalistica e nell'età della borghesia. Anche la sua adesione alla Massoneria, all'interno della quale ricoprirà un ruolo di primo piano, va di pari passo con la formazione della nuova classe dirigente italiana, laica, democratica e anticlericale che si appresta a sostituire la Destra storica. Morì a Roma nel 1876. Il volume curato dagli studiosi Luigi Polo Friz e Tito Orrù che viene presentato oggi a Cagliari rappresenta un'occasione per rivedere e approfondire la figura di un sardo di prima grandezza nel Risorgimento italiano.
STEFANO PIRA

06/11/2008