CONSULTA DEGLI EMIGRATI. Un nuovo organismo per aiutare l'integrazione
Eletto il presidente, è la giovane cinese Lina Zhan
Stanno come scolaretti - emozionati, impacciati ma diligenti - sugli scranni dove siedono abitualmente i consiglieri comunali che da quelle postazioni, per anni e anni, li hanno “giudicati” a colpi di decreti e norme. Ieri la prospettiva, simbolicamente, s'è capovolta: i 15 stranieri rappresentanti della Consulta degli emigrati hanno “occupato” legittimamente l'aula consiliare, entrando dalla porta principale con una democratica elezione e sono diventati uomini e donne con diritto di parola. «Consiglieri» li ha chiamati il presidente del Consiglio comunale Ninni Depau che ha coordinato i lavori, aggiungendo subito «non è un lapsus».
Giornata storica per Cagliari e la sua crescita culturale questo 13 dicembre 2012. Gli stranieri che abitano in città hanno eletto i loro rappresentanti. Il presidente è donna, la cinese Lina Zhan, 25 anni, (otto preferenze al primo turno), vicepresidente il senegalese Sene Daouda (alla seconda votazione), membri dell'ufficio di presidenza Garcia Virgilio Facunda, Golam Kibria, Seye Mouhamadou Lamine. Dice l'emozionata presidentessa che parla un perfetto italiano: «Grazie a chi ha creduto in me, in una persona così giovane. Saremo la voce di tutti gli stranieri: da soli non si va da nessuna parte, uniti sì».
L'obiettivo è collaborare, integrarsi ancora di più con i cagliaritani e con gli stessi stranieri senza distinzioni di clan o etnie, diventare anche una forza propositiva per migliorare la vita della città. C'era, naturalmente, anche il sindaco Massimo Zedda che ha avuto parole semplici e dirette verso i rappresentanti della Consulta, richiamandoli al gioco delle regole democratiche, di libertà e partecipazione, nel quale adesso la comunità degli stranieri e apolidi è stata inglobata. «Siete cittadini, siete cagliaritani, vivete e lavorate negli stessi spazi che frequenta ognuno di noi» ha ribadito Zedda ricordando anche quanti sardi hanno, nel passato, patito la condizione di emigrati, senza però tradire le radici. A ognuno dei 15 rappresentanti il sindaco ha consegnato un dono particolare: una copia della Costituzione italiana, «il concentrato dei valori in cui si riconosce la Repubblica italiana».
«Una scarica di energia che farà bene alla città» ha detto, con parole altrettanto semplici, Depau, incorniciando il momento dell'insediamento della Consulta. «Il Comune vi darà tutti gli strumenti operativi, davanti alle questioni importanti che vi coinvolgono, sarete interpellati».
Alla fine foto di gruppo, sorrisi e strette di mano. Dice il consigliere Sebastiano Dessì, che ha seguito da vicino la nascita della Consulta: «Una ricchezza per la città, tutti abbiamo da guadagnare dal confronto con le altre culture. Il processo è lungo ma la strada è giusta».