Rassegna Stampa

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Kistionamus in sardu, il dialetto casteddaio da insegnare ai bambini

Fonte: web Castedduonline.it
12 dicembre 2012

L'iniziativa
di Federica Lai| Mercoledì 12 Dicembre 2012 | 00:30

“Kistionamus in sardu” è il nome dell’iniziativa di Vito Biolchini, giornalista, e Salvatore Cubeddu, presidente della Fondazione Sardinia. L’obiettivo è quello di far parlare di più il dialetto sardo a Cagliari, anche nei contesti pubblici, perché anche in città la lingua sarda è, e deve essere, una risorsa. Un incontro, nella sede della Fondazione Sardinia, in cui, oltre a Biolchini e Cubeddu, hanno partecipato persone provenienti da diverse parti della Sardegna, Bitti, Decimomannu, Sinnai, Osili, Seneghe, che hanno espresso, rigorosamente in dialetto, la loro preoccupazione riguardo al processo di abbandono del sardo. Particolarmente forte è l’idea che tutto deve partire dalla scuola, dall’insegnamento della lingua sarda sin dai primi anni di vita, perché sono proprio le nuove generazioni che capiscono il sardo ma ormai non lo  parlano, cosa che porterà inesorabilmente alla scomparsa del sardo. Ma anche il “finanziamento di spettacoli teatrali in dialetto, che risvegli la voglia di parlare in sardo”, dice Gianluca Medas, scrittore-regista cagliaritano, presente al dibattito. “Il sardo – dice Vito Biolchini - si può parlare ovunque, però non si fa. La mia idea è quella di fare in modo che a Cagliari si parli il sardo in vari contesti: si possono creare dei gruppi minimi, anche di 5 sole persone, che con frequenze stabilite  si incontrino in luoghi pubblici per parlare in dialetto, magari allargando il gruppo ogni volta. Degli incontri in diverse parti della città,  che poi si possano allargare in tutta la Sardegna,  in modo da creare una rete di persone che parlino tra di loro in sardo, e da qui partire per vedere quello che succede. Il tema è molto forte e ampio: far uscire la lingua sarda negli incontri come questo di oggi, proponendo diversi argomenti, e coinvolgendo sempre più persone, soprattutto giovani”.