Oltre al caso del liceo Alberti, numerose le situazioni critiche in provincia L’assessore Mele: i soldi per gli interventi ci sono ma li blocca il patto di stabilità
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di Stefano Ambu
CAGLIARI. Una scuola che fa acqua da tutte le parti. Sotto terra per colpa delle falde acquifere. E questo è ad esempio il caso del corpo aggiunto del liceo scientifico Alberti. Ma anche dal cielo: con le precipitazioni, non rare di questi tempi, si accumula l'acqua e poi piove dentro la struttura. A lamentarsi sono ancora gli studenti dell'Alberti, questa volta quelli della sede staccata di via Ravenna. Nel primo caso ci sono due aule che sprofondano. E diverse crepe. Le classi sono chiuse, inutilizzate da anni. Sotto controllo la situazione sicurezza: da quando è stato segnalato il problema è attivo il monitoraggio della Provincia di Cagliari che ha sistemato degli appositi vetrini per verificare periodicamente lo stato di mura e pavimenti.
Il dirigente scolastico Aldo Cannas non vuole parlare di allarme: «La preoccupazione è più psicologica - spiega - che reale. Adottiamo tutte le precauzioni, tra cui la inaccessibilità delle due aule. Inoltre è una situazione che si trascina da anni. Ma siamo anche sereni per il monitoraggio della Provincia. Certo, in prospettiva è evidente che occorrerà fare qualcosa». Si era parlato in passato di un possibile trasferimento in via Brianza, ora occupato da una sede staccata del liceo scientifico Pacinotti: «Ma - spiega l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione e all’edilizia scolastica Franco Mele - siamo pronti a trovare una soluzione immediata nel caso in cui dovesse presentarsi la necessità. Al momento però la situazione è tenuta costantemente sotto controllo da un team di ingegneri e dal nostro servizio geologico. Non avremmo mai consentito l'accesso di studenti, docenti e personale se la situazione non fosse stata sicura al cento per cento. Nel caso dell'Alberti, siamo anche di fronte al mare, ma l'acqua marina non c'entra nulla. Il problema è una falda acquifera che attraversa la città e passa proprio vicino al liceo».
Gli interventi? «Basterebbero trenta milioni - spiega Mele - per risolvere molti dei problemi dei nostri settanta edifici scolastici. E il paradosso è che i fondi ci sono anche, in abbondanza, ma non possono essere toccati per il patto di stabilità. Purtroppo non esiste un piano di riqualificazione per l'edilizia scolastica simile a quello che risale ormai agli anni Ottanta adottato dal ministro Falcucci. Ed è un peccato perché oltre a risolvere i problemi della scuola aiuterebbe anche economia e occupazione». Nella lista delle “cose da fare”, oltre il caso-Alberti c'è la questione infiltrazioni d'acqua nelle aule. «Andrebbero rifatte - spiega Mele - le coperture in gran parte delle scuole. La situazione in provincia è però migliore di tante altre: sì, molti edifici non sono a norma ma possiamo garantire sulla loro sicurezza».