La denuncia di un gruppo di artigiani: petizione con quattrocento firme al Comune
Dieci attività chiuse in due mesi: «Colpa della Ztl»
Gli ultimi ad alzare bandiera bianca sono stati due ragazzi di Parma: due anni fa avevano aperto il «Caffè del Dandy» all'incrocio tra via San Giovannni e via Macomer. Non avevano fatto i conti con la Ztl presidiata da aprile da multe e telecamere. La settimana scorsa hanno abbassato le serrande, vittime del coprifuoco notturno (e pomeridiano) che tiene alla larga i clienti. «Sono già un decina le attività che si sono arrese», denuncia Roberto Boi, orafo in via San Rocco. Compresi due o tre studi professionali che si sono sentiti tagliati fuori dal resto della città. «Villanova è deserta, Perfino quando è consentita la circolazione, in tanti preferiscono non entrare». In giro c'è aria di requiem.
TRANSITO Da qualche tempo agli ingressi funzionano i pannelli luminosi che indicano quando il transito è autorizzato. «Non basta», aggiunge Boi, «bisogna cambiare assolutamente gli orari». Dal suo laboratorio è partita una petizione che in poco tempo ha raggiunto quota 400 firme: quasi tutti i titolari di un'attività commerciale e artigianale e tantissimi residenti. Non hanno chiesto la luna: «Abbiamo rivendicato lo stesso trattamento riservato a Castello». Nella rocca la chiusura totale al traffico scatta solo dalla mezzanotte alle sette del mattino. «Qui gli orari danneggiano invece un po' tutti: che senso ha sbarrare il quartiere dalle 15,30 alle 17?», sbotta Daniele Manca, agente di viaggio con sportello in via Macomer. «Di storico qui non c'è nulla, solo palazzi anni cinquanta e attività artigianali che stanno morendo piano piano».
Il garage- autolavaggio di Vittorio Flora all'incrocio tra via Macomer e via Tempio per esempio: «Ho ridotto il lavoro del cinquanta per cento e se le cose non cambiano rischio di chiudere a fine anno». È pronto a fare causa al Comune e chiedere i danni: all'ingresso di via Tempio è stato installato un transponder un apparecchio che riconosce a distanza chi è autorizzato. I carrozzieri e i meccanici potevano accompagnare i clienti che si presentavano nel pomeriggio, ore di lavoro per queste attività. È ancora inattivo e per un caso analogo il Comune di Milano ha dovuto risarcire un'autorimessa privata.
LE PIZZE Quando cala la sera non cambia granchè. I pizzaioli sono in affanno. Giampiero Solinas ha deciso di chiudere la sala di via San Giovanni nelle ore serali: «A parte i clienti che risiedono in zona, nessuno si è più presentato», racconta, appena rientrato da una missione in Comune dove ha tentato di incontrare l'assessore Coni. Rischiano perfino i porta-pizza, non solo nel suo locale: il servizio a domicilio deve per forza bloccarsi dopo le 21. «Gli orari vanno cambiati», aggiunge Mario Dessolis, conduttore col figlio di una pasticceria qualche isolato più avanti. Anche i suoi bigné risentono dell'embargo della circolazione. «Al Comune ci hanno detto che il provvedimento è necessario per evitare che il quartiere di Villanova diventil il parcheggio dei cagliaritani in fuga dalle strisce blù. Ma di questo passo rischiamo di finire sul lastrico: non mi sembra un buon risultato, visti anche i tempi in cui stiamo vivendo».
Una risposta dal Comune i promotori della petizione l'hanno comunque avuta. C'è uno spiraglio, sembrerebbe dalla risposta scritta arrivata dagli uffici dell'assessorato: la possibilità di allentare la Ztl nelle ore serali. Niente da fare, invece, nel pomeriggio: auto fuori fino alle 17: la siesta non si tocca (anche se lunga).
Antonio Martis
Via San Rocco e via San Giovanni
«Qui abbracci gratis»
La ricetta anti-crisi
dell'edicola del Rondò
«Qui abbracci gratis». No, non è la testata di un periodico. E la scritta che Lucio Brughitta ha appeso nella sua edicola di Su Rondò: lo slargo incorniciato di palme e panchine all'incrocio tra via san Giovanni e via San Rocco (la discesa che porta al mercato di San Benedetto). Il suo chiosco è diventato il centro propulsore, culturale e non solo, di questo angolo di Villanova. Teatro, musica, e perfino un Gas, gruppo di acquisto solidale con duecentosessanta soci soddisfatti di fare la spesa collettiva. E una stretta anti-sconforto anche al primo sconosciuto: iniziativa nata anni fa a Sidney e che ha preso piede nelle metropoli Usa ed europee.
Un piccolo miracolo di vitalità, una sfida personale, una ricetta contro la crisi: in questo angolo del centro storico, ha colpito doppio da quando sono entrate in vigore le norme restrittive in fatto di traffico. «Siamo tagliati fuori, isolati», denuncia Brughitta, «hanno chiuso alcuni uffici tecnici, altre attività stanno per andare viva. Il rione è allo sfascio, ma ciononostante non ci arrendiamo».
Davanti ai suoi giornali ha piazzato una scatola delle offerte: una colletta che servirà per finanziare le iniziative di spettacolo nella piccola piazzetta. Quando? «Quando sarà piena, la scatola», replica l'edicolante, vero vulcano di idee. L'ultima rassegna risale a due anni fa e si è tenuta proprio in quest'angolo di quartiere che molti erroneamente chiamano piazza San Rocco (che in realtà si trova dopo la discesa davanti al mercato di San Benedetto. «Noi lo chiamiamo Su Rondò, è il nostro salotto». A sue spese ha fatto spostare il chiosco e ne ha ricavato lo spazio giusto per sistemare le sedie e un piccolo palcoscenico. Due anni fa le sere d'estate ha ospitato concerti di musica da camera, musica jazz e recital di poesie.
Nel frattempo va a gonfie vele il Gas, il gruppo di acquisto solidale che Brughita presiede. Forte di duecentosessanta soci, può beneficiare di un locale preso in affitto dove ogni giorno i produttori convenzionati (pane, frutta, olio e altri generi alimentari a chilometro zero) conferiscono la loro merce già imbustata in base alle prenotazioni. E tanto per non farsi mancare nulla Brughitta è l'animatore di una campagna contro l'obesità infantile. Di sera sta dietro i banchetti: due volte la settimana a Genneruxi e in piazza Garibaldi , domeniche alterne a Monte Claro. (a.m.)