Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La crisi del salotto dello shopping Sette negozi chiusi e supersconti

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2012


VIA ALGHERO. C'è anche chi ha aperto, approfittando degli affitti ribassati
 

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Chiusa come un gioiello prezioso tra le vie dove il commercio si è maggiormente sviluppato in città, via Alghero oggi è quasi irriconoscibile. Da una parte via Dante e piazza Repubblica, all'altro capo via Garibaldi, in mezzo una lunga passeggiata costeggiata di vetrine. A corrente alternata, perché per 35 negozi aperti altri 7 hanno chiuso i battenti. Tra cartelli che richiamano nuovi affittuari e annunci di “fuori tutto”, c'è chi ha avuto il coraggio di aprire un esercizio solo un mese fa, di puntare su vestiti e accessori e chi ha abbassato leggermente il target per venire incontro alla clientela.
LA SCOMMESSA Tra luminarie ancora spente, promozioni e offerte, quasi tutti sono d'accordo nell'affermare che la situazione è in continuo peggioramento. Quasi. Perché tra i 35 che resistono c'è chi ha inaugurato lo scorso 27 ottobre: Viviana Altana, trentenne cagliaritana che al negozio di Nuoro ha voluto affiancare quello di via Alghero. Why? strilla l'insegna rosa e perché verrebbe da chiederle visto che da rappresentate di abbigliamento conosce la situazione meglio di altri. «La crisi non si può negare ma, approfittando di un calo degli affitti (3500 euro contro i seimila mediamente richiesti solo sei mesi fa), ho deciso di ritagliarmi uno spazio, di provare a superarla anche in questo modo puntando solo su due marchi, su clienti molto giovani e prezzi che non superano i 100 euro».
LE STRATEGIE Eppure chi decide di tagliare le spese comincia proprio dal guardaroba. Da Bang Bang, 45 anni di attività sulle spalle, le clienti si guardano intorno e prima di aprire il portafogli ci pensano tanto. «Abbiamo accumulato così tanti abiti negli anni - sospira Maria Pani - e ora che la crisi è davvero arrivata nelle case di tutti, conviene essere più prudenti».
Chi lo sconto non lo applica, prova a richiamare acquirenti come può: offrendo servizi aggiuntivi come brevi corsi di formazione a domicilio o la configurazione del computer per chi acquista da Apple. «Siamo trainati dal marchio - spiega Michele Puddu Pizzorno - rispetto al 2011 abbiamo registrato un calo ma la richiesta di iPhone 5 e iPad mini è altissima, se l'azienda riuscisse a stare dietro alla lista d'attesa, ci aiuterebbe tanto». Aprire la domenica non basta più, «aspettiamo le tredicesime», dice Marta Lussu dietro il bancone di Modè, con prezzi che vanno da 80 a 600 euro per un paio di occhiali. Tutti chiedono lo sconto e anche le aziende vengono incontro a commercianti e clienti: «Chi acquista due paia di Ray-Ban parte gratis a New York«. E se i grossi marchi non fanno un passo indietro, tocca ai negozianti adeguarsi. Quando neanche lo shopping day fa più miracoli, bisogna abbassare le pretese. «Per un blouson Moncler o Burberry si va dai 500 ai 900 euro - sottolinea Simone Desogus, 15 anni passati nel negozio Ruggieri all'angolo con via Satta - perciò abbiamo inserito anche aziende alternative con costi inferiori e qualità sempre alta».
Grazia Pili