Trattative tra Ateneo e Comune
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Dovrebbe essere uno dei fiori all'occhiello della città, ma funziona a singhiozzo. Cinque ettari e mezzo nel cuore di Stampace e oltre un secolo di storia alle spalle. Peccato che i cancelli dell'Orto botanico il sabato e la domenica siano sistematicamente chiusi. L'accesso non è permesso. Colpa dei fondi, troppo risicati per pagare il personale anche nel weekend. La crisi colpisce anche il polmone verde racchiuso tra l'Anfiteatro, via Tigellio e l'ospedale Civile.
L'area in viale Sant'Ignazio è gestita dall'Università che acquistò il terreno nel 1858. Di mezzo c'è una Convenzione con il Comune, firmata nel 2006, dall'allora sindaco Emilio Floris e dal direttore del Dipartimento di Scienze botaniche dell'università Antonio Scrugli. Di anno in anno è stata rinnovata, ora è in stand by.
«La convenzione con il Comune non è stata rinnovata, mancano le risorse per pagare lo straordinario e garantire l'apertura anche nei fine settimana. L'università da sola non può farlo», spiega il rettore Giovanni Melis. Da Palazzo Bacaredda garantiscono massima disponibilità.
«Le risorse sono poche, stiamo studiando insieme come inserire lo spazio in un progetto più ampio», sottolinea Enrica Puggioni, assessore alla Cultura. Attualmente è in corso un confronto tra il rettore e il sindaco Massimo Zedda per decidere le sorti dell'area verde. «Consapevoli dell'importanza della struttura, stiamo dialogando con l'amministrazione per trovare in tempi brevi una soluzione», aggiunge Melis. E l'assessore conferma: «Dobbiamo fare i conti con i tagli dei fondi, ma stiamo facendo di tutto per risolvere il problema». La realtà amara è che il fine settimana questo gioiello è blindato da mesi. E per una città che ambisce a definirsi turistica non è una carta a suo favore. Una storia lunga più di un secolo, in principio era nel quartiere di La Vega, nella località “Su campu de su Re”, un esperimento degli anni a cavallo tra il 1762 e il '69. Ma il suolo si rivelò inadeguato. E si decise di spostarlo nella valle di Palabanda, quella attuale. Nel '500 apparteneva al medico cagliaritano Tommaso Porcell, poi passò dai Gesuiti e all'avvocato - e a quei tempi segretario dell'Università - Salvatore Cadeddu. L'attuale Orto botanico fu inaugurato il 15 novembre 1866.
Sara Marci