Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una schiacciata contro l'omofobia

Fonte: L'Unione Sarda
3 dicembre 2012


POETTO. Partita di beach tennis per ricordare un quindicenne suicida
 

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C'è sport e sport: c'è quello milionario, come il calcio, di cui a volte si parla fin troppo, e non sempre solo per i gol, ma talvolta anche per gli scandali. E poi ci sono quelli cosiddetti minori, di cui non si parla quasi mai, come il beach tennis che, sabato, però, è riuscito a coniugare lo spirito dello sport con l'impegno sociale.
La conferma è venuta da una settantina di cagliaritani che al Poetto ha partecipato al torneo “Pink-up - vestiti di rosa”, organizzato dal Beach tennis Cagliari di Alessandro Sciarra. Uomini e donne interamente colorati di rosa, qualcuno con lo smalto sulle unghie, qualcun altro con il rossetto, si sino sfidati a colpi di smash e volée indossando con orgoglio un capo di abbigliamento rosa, il colore che amava Davide, il ragazzo di 15 anni suicida a Roma dieci giorni fa, perché deriso dai compagni di scuola per il suo modo “eccentrico” di vestire. «Il diritto delle persone di essere libere è sacro», spiega l'organizzatore Alessandro Sciarra, «è impossibile pensare che uno smalto sulle unghie di un uomo possa ancora oggi essere causa di violenza. Per questa ragione abbiamo deciso di organizzare questa manifestazione, per dire no alla discriminazione, e no al pregiudizio».
Non avevano nessun legame con la vittima del pregiudizio i cagliaritani che hanno partecipato a questa straordinaria iniziativa. Eppure, al Lido Mediterraneo erano presenti davvero in tanti. C'era anche uno dei più forti giocatori di beach tennis in Sardegna, Max Conti. «Non potevo non essere presente», spiega, «l'omofobia è una forma di violenza che va sempre spiegata a chi non lo comprende, anche con lo sport quando è possibile. Perché tragedie come quella di Roma non devono accadere mai più».
La giornata si è aperta con un minuto di silenzio che gli atleti hanno voluto dedicare a quel «ragazzo dai pantaloni rosa» che non ha retto alla gogna a cui è stato sottoposto dai suoi stessi compagni di scuola. Poi un lancio di tantissimi brillantini colorati, tutti rigorosamente rosa, quasi a voler colorare di rosa anche l'aria. «Volevamo fare qualcosa di importante», spiega Sciarra, «e nel nostro piccolo ci siamo riusciti.
Adesso prepareremo un album con le fotografie di questa giornata e lo spediremo alla famiglia di questo ragazzo». (m.ma.)