La Giornata mondiale
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Ieri anche Cagliari ha celebrato la giornata mondiale di lotta all'Aids, una ricorrenza dedicata al ricordo delle tante vittime della malattia ma indetta anche per ricordare che in Italia si stimano ogni anno almeno 4000 nuove infezioni da hiv. Significa che ogni due ore viene contagiata una persona.
La Lila quest'anno grazie al patrocinio del Comune di Cagliari ha lanciato un forte segnale alla popolazione affiggendo un pannello sulla facciata del Bastione di Saint Remy, in piazza Costituzione. Un messaggio che ricorda a tutti che la lotta all'Aids passa anche attraverso la sensibilizzazione e la responsabilizzazione collettiva. Un messaggio che testimonia l'attenzione e la vicinanza del Comune a tutti i suoi cittadini, compresi quelli sieropositivi. «Per noi è importante constatare come per la prima volta una amministrazione comunale in questa città manifesti pubblicamente la sua sensibilità rispetto al problema dell'Aids e lo faccia a fianco della Lila che da 20 anni si batte per la prevenzione e per la tutela dei diritti delle persone sieropositive», spiega Brunella Mocci, presidente della sezione cagliaritana della Lega italiana lotta all'Aids. «È un importante segnale che fa ben sperare per il futuro di tutti. Se consideriamo che oltre l'80% delle nuove infezioni è avvenuto per via sessuale, è anche chiaro che ancora non esiste la percezione reale del rischio o non si hanno informazioni sufficienti su una patologia che può essere evitata attraverso un'informazione corretta e l'uso del profilattico. Da anni», aggiunge Mocci, «chiediamo che le istituzioni portino avanti programmi di prevenzione mirata che vedano il più ampio coinvolgimento, dai più giovani agli adulti, nelle scuole come in tutti i luoghi di socializzazione. Servono programmi mirati di accesso ad informazioni corrette ed accessibili a tutti».
Lo slogan della campagna mondiale 2012 è “Getting to Zero”. L'Unaids infatti spinge le nazioni perché entro il 2015 possa essere raggiunto l'obiettivo Zero: zero decessi, zero nuove infezioni, zero discriminazione. «Oggi grazie alle terapie diminuiscono i decessi ma le infezioni continuano», conclude Mocci, «così come la discriminazione, nei luoghi di lavoro come all'interno delle scuole».