Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Né icona né santino: femmina Bentornata Nina Hagen

Fonte: L'Unione Sarda
30 novembre 2012


«Io un simbolo? No, sono indescrivibile. Parlo di Gesù ma non rinnego nulla»

La star martedì a Cagliari per Rocce Rosse&Blues
La ragazza con il crestone biondo che a 17 anni era già famosa e ribelle, e di lì a poco sarebbe diventata la Nina Hagen che molti ricordano, icona punk e trasgressiva della Germania anni Ottanta, adesso è una tranquilla signora vicino ai sessanta, riappacificata con se stessa, convertita alla fede cristiana, ma con la stessa voglia di un tempo di suonare.
Al Teatro Lirico di Cagliari martedì inaugurerà l'edizione winter di Rocce Rosse&Blues. «Sarà un concerto vario, a base di rock, blues, funk soul, gospel, reggae, ska e incursioni nel repertorio di Brecht», precisa la rockeuse, che sul palco verrà affiancata da una band formata da Warner Poland, chitarra, Fred Sauer, tastiere, Michael Ryan, basso, Marcellus Puhlmann, batteria.
Due anni fa è uscito il nuovo album, “Volksbeat”, nel corso della serata darà spazio anche a vecchie hit?
«Sì, e non poco, anche se in tutti questi anni ho scritto molti altri brani».
Quindi la Hagen di un tempo non è andata in soffitta?
«Per niente. Ancora qualche giorno di pazienza, e dopo giudicherete voi. Dal vivo non mi sono mai risparmiata e non intendo farlo ora».
Una carriera attraversata da successi ed eccessi: per anni è stata un simbolo, una che andava contro l'establishment.
«A dire il vero, non mi sono mai sentita un simbolo. Sono ciò che sono: indescrivibile, femmina».
Una femmina che anni fa andò in televisione a far vedere come una donna prova piacere…
«Non ho mai mostrato come le donne si masturbano, anche perché questa è la classica espressione di un uomo in un mondo dominato dagli uomini. Ho raccontato la verità sulla divina sessualità femminile, ho parlato dell'orgasmo clitorideo».
Oggi forse è più incline a un'altra felicità. A quella che arriva dallo spirito, dalla fede in Gesù.
«La fede è un dono che viene da Dio. Ho scritto un libro sulla vita con Gesù. È stato tradotto in francese, svedese, olandese e speriamo che presto possano arrivare pure le versioni in italiano e inglese».
L'amore per il Signore non le ha impedito di dedicarsi anche ad altro.
«Continuo le mie battaglie anti-nucleari, aiuto un'organizzazione che si occupa di malati terminali. Per quanto riguarda la politica, non amo la Merkel».
Ritorniamo alla musica: quali sono i gruppi che ama di più tra quelli della nuova generazione?
«Sono tanti, a partire dai Kirmizi, una band tutta femminile di Istanbul».
Come si vede?
«Ho messo al mondo e tirato su due bellissimi figli, Cosma e Otis. Sono una madre appassionata, una musicista e un'attrice».
Carlo Argiolas

 


Questa sera
“Fidelio”
al Lirico
Stasera alle 20,30 (turno A) va in scena al Teatro Lirico di Cagliari “Fidelio” di Beethoven. È un singspiel in due atti su libretto di Joseph Ferdinand Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke, dalla commedia “Léonore, ou L'Amour conjugal” di Jean-Nicolas Bouilly. L'opera viene presentata in un nuovo allestimento del Lirico che si avvale della regia di Marco Carniti, delle scene di Sabrina Cuccu e dei costumi di Beniamino Fadda. Il disegno luci è firmato da Fabio Rossi, mentre i video sono di Nick Arjolas e di Frederic Amat. La direzione musicale è affidata al direttore austriaco Christoph Campestrini, alla guida di Orchestra e Coro del Lirico. Il maestro del coro è Marco Faelli.
Interpreti Alessandro Senes (Don Fernando), Domenico Balzani (debuttante Don Pizarro), Scott Mac Allister (Florestan), Claudia Iten (Leonore), Scott Wilde (Rocco), Valentina Farcas (Marzelline), Christian Baumgärtel (Jaquino), Fiorenzo Tornincasa (Primo prigioniero), Francesco Cardinale (Secondo prigioniero). Repliche domani alle 19 (turno G), domenica alle 17 (turno D), mercoledì 5 dicembre alle 20,30 (turno B), giovedì 6 alle 20,30 (turno F), venerdì 7 alle 20,30 (turno C).