Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A Santa Chiara le aree di degustazione

Fonte: L'Unione Sarda
26 novembre 2012


LA SCOMMESSA. L'assessore Argiolas: «Il mercato può essere rilanciato, pronti a farlo nel 2013»


«Nel 2013 rilanceremo il mercato di Santa Chiara», assicura l'assessore comunale alle Attività produttive Barbara Argiolas. La cura si chiama «creazione di aree di degustazione e di visual merchandising », l'esposizione “creativa” dei prodotti per attrarre l'attenzione dei clienti. Forse l'ultimo tentativo per rianimare la struttura prima che tutti i commercianti abbassino le serrande.
I CLIENTI Oggi chi varca le porte del mercato sono solo cocciuti stampacini, che per amore e abitudine continuano a fare la spesa tra gli 11 box ancora aperti, sparuti abitanti di Castello e qualche turista desideroso di scoprire uno degli angoli più reconditi della città. Perché, a parte i cagliaritani (e forse nemmeno tutti) che conoscono Santa Chiara, l'esistenza di una delle più antiche strutture commerciali del capoluogo è segnalata solo da un piccolo cartello piegato, scolorito e con le lettere mancanti, all'angolo tra via Santa Margherita e piazza Yenne.
LE PROPOSTE Fino a quando non saranno realizzati i progetti di rilancio non ci sarà nessun'altra pubblicità. «Sarebbe un'azione spot, uno spreco di denaro pubblico», spiega l'assessore. Eppure un po' di promozione per far conoscere l'unico mercato del centro storico è proprio quello che chiedono i concessionari. «Bisogna attrarre nuovi clienti, dire che questo posto esiste», è il grido accorato di Salvatore Medda, dietro il bancone a vendere pesce dal 1957, da quando aveva nove anni. «Qui prima non c'erano frigoriferi e sotto scorreva la fogna, c'era puzza, eppure c'era la gente a spinte».
ALTRI TEMPI Ora, che invece i sottoservizi ci sono, 6 box non hanno un titolare perché i bandi per la loro assegnazione sono andati deserti. In media a Santa Chiara entrano circa 300 clienti al giorno, troppo pochi. Solo di sabato, giorno della spesa per antonomasia, ce n'è qualcuno in più. Franco Girina, titolare di un ristorante in via Azuni, è un habitué e suggerisce: «Si potrebbe riattivarlo con la piccola pesca, magari organizzare fritture e arrosti sul posto». Una proposta che mette tutti d'accordo. Magari sfruttando la terrazza al primo piano che si affaccia sui parcheggi di via del Cammino nuovo, dove c'è l'altro l'ingresso, chiuso da tempo. «Vede», spiega il macellaio Andrea Piras, indicando con un gesto ampio della mano uno sterrato da cui affiorano solo cavi elettrici, «gli operai sono andati via lasciando il lavoro a metà, il Comune dice che aveva finito i fondi».
SITUAZIONE DIFFICILE Così è rimasto solo chi stringe i denti in vista della pensione. È in questo contesto che deve intervenire il Comune. «Le proposte della giunta sono al vaglio degli uffici», spiega Barbara Argiolas, «ma serve anche un cambio di mentalità dei concessionari». Insomma, per salvare Santa Chiara bisogna venirsi incontro, e bisogna farlo in fretta.
Mario Gottardi