Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

In Sardegna il vento di Bersani soffia oltre il 53%

Fonte: La Nuova Sardegna
26 novembre 2012

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Exploit di Vendola: più 6% rispetto al risultato nazionale. Il “Rottamatore” ha meno della metà dei voti del segretario

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.+-di Filippo Peretti
CAGLIARI. Bersani vince bene in Sardegna: se si fosse votato soltanto nell’isola, il segretario del Pd – ottenuto il 53,2% – sarebbe da oggi il candidato premier del centrosinistra. L’altro dato sardo rilevante è l’exploit di Vendola, che ha avuto il 6% in più della media nazionale giungendo a quota 20,9%. Il leader di Sel è stato protagonista di un appassionante testa a testa con Matteo Renzi sino a oltre metà dello spoglio. Poi il sindaco di Firenze si è assestato sul 23,0%, nettamente al di sotto della media nazionale: i suoi sostenitori si sono detti ugualmente soddisfatti perché il loro obiettivo era il ballottaggio e lo hanno centrato.

Per Bersani in Sardegna hanno funzionato alcune cose importanti: innanzitutto la sua conoscenza dei problemi dell’isola (negli anni ha compiuto alcune visite sui punti di crisi anche al di fuori delle campagne elettorali) che lo rende interlocutore credibile, poi la compattezza effettiva del gruppo dirigente isolano, che ha saputo mettere finalmente da parte anche storiche divisioni (ma pare che sia solo una tregua) pur di salvare la «ditta» dall’offensiva dei rottamatori.

Su questo punto è evidente la soddisfazione del segretario regionale del Pd, Silvio Lai, che al fianco di Bersani ha condotto le primarie del 2009. «Il partito c’è – ha detto – e i cittadini lo hanno dimostrato». Più che contento anche il suo più duro avversario interno, il deputato Paolo Fadda (nel suo paese, Villa San Pietro, Bersani ha preso l’87%): «La Sardegna ha dato una risposta straordinaria».

I renziani speravano in qualcosa di più ma non evidenziano alcuna delusione. Anzi. Il consigliere regionale Gavino Manca ha affermato che «avevamo lavorato per questo risultato». Il suo riferimento è soprattutto al dato nazionale, ma lo stesso Manca mette in evidenza che ci sono stati nell’isola risultati parziali di tutta evidenza, come le vittorie in alcune zone del suo territorio di influenza: Perfugas, Esporlatu, Stintino, Usini e Monteleone. Manca non lo dice, ma numericamente lo schieramento renziano era in partenza nettamente a favore del segretario. Già proiettato verso il ballottaggio anche l’ex ministro della Difesa:«Ho votato per la partecipazione e il cambiamento, votando per Renzi ho voluto dire che in tempi come questi la scelta rischiosa non è quella per il cambiamento ma quella per l'"usato sicuro"». Cioé, spiega Parisi, «l'appello a "non lasciare la strada vecchia per la nuova" che Bersani ha affidato al suo slogan dice meglio di ogni discorso dove finiremmo se prevalesse la sua proposta di affidare la guida del Paese a un accordo tra Bersani e Casini».

Cantano vittoria i vendoliani. Il loro leader in Sardegna è andato nettamente meglio della media nazionale. «A Cagliari abbiamo sorpassato Renzi», ha fatto notare il capogruppo regionale Luciano Uras. La città del sindaco Massimo Zedda, insomma, non ha cambiato opinione.

Ma «purtroppo – ha spiegato Uras – non siamo ancora un partito strutturato e diffuso nel territorio per cui in alcune zone siamo stati penalizzati, pur mantenendo un risultato complessivo straordinario». E ora: «Da subito dirò e ci mobiliterò per Bersani».

Con alti e bassi a seconda dell’influenza dei supporter, gli altri due candidati (Laura Puppato e Bruno Tabacci) sono stati in linea con il dato nazionale: Puppato al 2,4% e Tabacci allo 0,8%.

Il conteggio ufficiale dei votanti sarà fatto solo oggi. Il dato ufficioso parla di una cifra di 75-80, poco meno di quanto previsto, al di sotto al dato delle precedenti primarie e della media nazionale: un calo provocato, forse, dal mancato exploit di Renzi nell’isola. Il segretario Lai ha voluto sottolineare l’importanza del successo delle primarie: «Sono un fortissimo contributo alla lotta all’astensionismo. E’ una cosa che va al di là dei singoli risultati».

Sulla stessa lunghezza d’onda Luciano Uras. «Questa grande partecipazione – ha detto il capogruppo di Sel – dimostra che la politica c’è, che i partiti sono tutti uguali, che i cittadini sanno distinguere e sanno smentire chi incoraggia e cavalca l’antipolitica».