di
Jacopo Norfo
Lunedì 19 Novembre 2012 | 20:20
Il sindaco Massimo Zedda prende posizione sul caso Usala, menre si avvicina il giorno decisivo per il malato di Sla, in un caso che ormai sta a cuore a tutti i sardi. "Salvatore Usala l'ho incontrato a casa sua, a Monserrato- scrive il sindaco- qualche ora prima che arrivassero da Roma i ministri del Governo Monti. Venivano per ascoltare le ragioni del Comitato 16 Novembre, di cui Salvatore è segretario e che riunisce persone, malati di Sla, familiari e amici. Sono venuti, hanno ascoltato e sono ripartiti: da allora, era la fine di ottobre, non è cambiato nulla. Oggi Salvatore ha preso la nave per Roma. Lui e altri componenti del Comitato si ritroveranno sotto il Ministero dell'Economia per avere risposte concrete, a esempio, sul finanziamento del fondo per la non autosufficienza per disabili gravissimi: aspetteranno lí sotto di essere ricevuti con l'idea, se quelle risposte non dovessero arrivare, di non ricaricare le batterie degli strumenti che li tengono in vita. Non è un ricatto, chiariscono. Dice Salvatore: "Non chiediamo elemosine, vogliamo diritti. Non vogliamo vivere a tutti i costi una vita indegna". E, come scrive Alberto Damilano, un altro dei componenti del Comitato, non cercano neanche compassione nel senso piú abusato del termine: "Si tende a confondere compassione con pietismo", invece "compatire significa cum patire, entrare in risonanza emotiva con la sofferenza dell'altro. Detto che non è possibile dire l'indicibile mi sembra che ce ne sia bisogno, di compassione, in questa società sempre più anestetizzata". Di mio non credo ci sia molto altro da aggiungere, se non che aspetto il rientro di Salvatore e di poter rivedere la sua grinta".