PIAZZA DEL CARMINE. Il Comune
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Da via Roma a piazza del Carmine. La scelta del Comune di spostare il mercatino natalizio accende gli animi dei residenti della zona. «È un insulto, spostatelo alla Fiera», gridano in coro. «La soluzione scelta è ponderata per coniugare l'esigenza del commercio su aria pubblica con quella della città e dei cittadini. Nei prossimi giorni i servizi - attività produttive, lavori pubblici e traffico - si incontreranno per definire tutte le modalità che creino il minor impatto per residenti e uffici presenti», risponde Barbara Argiolas, assessore comunale alle Attività produttive. «Abbiamo cercato di fare un mercato in Fiera, alla fine abbiamo deciso di dare la centralità alla piazza. È un esperimento, durerà venti giorni». Dal 6 al 26 dicembre per l'esattezza.
Nel mirino dei cittadini ci sono traffico, soste in doppia fila, il frastuono dei gruppi elettrogeni e la puzza da junk food. A difendere la decisione della Giunta Zedda anche Mondo Perra, presidente della commissione Attività produttive. «Non tutte le decisioni possono essere condivise, ma l'accusa di creare scompiglio e di ammorbare il quartiere con rumori molesti, odori e la possibilità di vedere auto in doppia fila, è anacronistica e fuori luogo», replica il consigliere socialista. «Le critiche di alcuni che vedono questa decisione come l'arrivo dell'Apocalisse, l'Armageddon per la piazza, sono sterili e strumentalizzate da una mentalità che vuole questa città ferma e inattiva da un punto di vista di sviluppo turistico ed economico», sostiene Perra. «La nostra decisione risponde a un'esigenza non solo di tipo logistico, ma anche di natura turistica e di sviluppo, senza dimenticare l'aspetto folkloristico». Cagliari come le grandi città? «Tutte scelgono le loro piazze più belle per festeggiare il Natale: Roma ha piazza Navona, Firenze piazza Santa Croce, Milano piazza del Duomo. Per non parlare delle capitali europee». Lo dice Perra, ma la Argiolas è d'accordo. «Cagliari deve crescere e andare oltre le solite dietrologie provincialiste che bloccano lo sviluppo per paura del cambiamento. Non posso accettare un attacco così cinico e di evidente chiusura. I cittadini invece di puntare il dito in modo sterile dovrebbero cercare di capire le motivazioni della scelta dell'amministrazione». Il 6 dicembre si avvicina, restano - per ora - le perplessità di alcuni residenti.
Sara Marci