Riformatori contro Zedda
di Ignazio Caddeo| Giovedì 15 Novembre 2012 | 12:40
L’attacco dei riformatori alla Giunta Zedda è netto, diretto. “Questa Arena Grandi Eventi è un obbrobrio paesaggistico. I concerti si devono tenere all’Anfiteatro non qui”. In una conferenza stampa, tenuta all’esterno della struttura, alcuni degli esponenti del partito (che in Comune è all’opposizione) attaccano su più fronti. Dal Master Plan dell’era Soru-Floris, che avevano firmato per attuare dei progetti ad una riqualificazione dell’area di sant’Elia (col Betile riferimento e volano della nuova Cagliari) a quello che viene definito lo scempio dello stadio Sant’Elia “Dove – sottolineano i riformatori – sono stati spesi 300.000 per la recinzione con nuove reti in Curva Nord e 150.000 per migliorare il settore tv, ben sapendo che lo stadio è morto perché il Cagliari qui non giocherà più”. Betile, Stadio, Arena Concerti ma non solo dunque. Quello dei Riformatori, che definiscono la Giunta Zedda “minimalista perché aspettano i finanziamenti e quando arrivano li spendono per altre cose anzichè per quello che si erano prefissati prima. Sono stati spesi 600.000 e altrettanti ne occorreranno altrettanti finchè si proseguirà con il contratto di noleggio, installazione e smontaggio di fine stagione per che cosa? Sprechi e soprattutto soldi pubblici, privi di leva finanziaria e indotto. Questo – proseguono gli esponenti del partito che fa capo a Massimo Fantola e Pierpaolo Vargiu – è il risultato di un’idea sbagliata e della fretta di risolvere il problema di un’Arena Grandi Eventi. Una colata di cemento e barriere pericolose verticali e posticce”.
Ma l’attacco dei Riformatori non finisce qui: “I soldi li trova chi progetta, intraprende, non chi sta invece col cappello in mano in attesa di soli finanziamenti pubblici. Senza creatività e autorevolezza il declino e garantito”. Sui concerti, o meglio dove si debbano svolgere i Riformatori Sardi sono chiari. “Il loro posto è solo l’Anfiteatro Romano non certo qui. Per costruire questa struttura nel deserto si sono portati 2000 mc di rilevato terra, realizzata una vasta pavimentazione di cemento con sottostanti sottoservizi, è stata creata una recinzione alta in cemento, di strutture prefabbricate e amovibili che, oltre ad essere pesanti, causano una forte percezione di ingombro e bruttura nel paesaggio”. Infine i Riformatori si chiedono dove sono finiti i 40 milioni di euro che da oltre sei anni sono nella disponibilità della riqualificazione del quartiere Sant’Elia. A proposito di questo va detto che quei soldi erano a disposizione anche della precedenza Giunta Floris di Centrodestra, ma anche in quel caso non utilizzati.