Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Comune: revocati i permessi, da oggi via tutti

Fonte: La Nuova Sardegna
3 novembre 2008

LUNEDÌ, 03 NOVEMBRE 2008
Pagina 20 - Nazionale

L’amministrazione ha triplicato il canone dei box, ma i commercianti non pagano
Gli operatori all’ingrosso di viale Monastir: «Dobbiamo lavorare, non ci muoviamo»
Il sindaco Emilio Floris: «Il provvedimento di revoca è degli uffici In quell’area sorgerà edilizia popolare»

ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Ieri mattina hanno celebrato la messa, come per augurarsi buon lavoro. Don Massimiliano, cappellano del carcere di Buoncammino, ha officiato i rito davanti ai 27 concessionari dei box del mercato all’ingrosso di viale Monastir, alla presenza degli operatori della cooperativa di facchinaggio (25 persone) e dei dipendenti che lavorano nei box. Non è stato, però, un gesto di addio, ma di augurio.
«Noi da qui non ce ne andiamo - commenta Giuseppe Putzu, uno dei 27 titolari dei box - tutti noi abbiamo ricevuto dal Comune la revoca della concessione e, in teoria, da domani (oggi per chi legge - ndr) dovremmo sgombrare il mercato, ma noi restiamo perchè questo è il nostro lavoro».
Il contenzioso con l’amministrazione comunale dura da circa due anni. Nella passata consiliatura l’assemblea municipale votò il trasferimento del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta nel centro (privato) di Sestu. Dei cento operatori circa, una trentina (oggi ventisette) non si sono spostati nella nuova struttura: sia perchè avrebbero dovuto comprare il box, sia in quanto «noi crediamo nella funzione di una struttura pubblica: sia per noi, che per i cittadini di Cagliari», spiega Putzu. E da martedì scorso «stiamo occupando il mercato». L’anno scorso la commissione consiliare comunale alle Attività produttive si espresse contro la chiusura totale di viale Monastir e proprose la realizzazione in una parte della struttura di una Fiera dell’agroalimentare. E gli operatori si sono consorziati. Dal gennaio di quest’anno, però, il canone dei box è stato aumentato del 195 per cento. «Io pagavo 671,50 euro al mese per la concessione del mio spazio - informa Putzu - mentre ora dovrei versarne 1.980». L’amministrazione si è giustificata col fatto che, anche se tutti i box non sono più occupati, i costi di gestione vanno coperti. I commercianti hanno continuato a pagare il vecchio canone e si sono rivolti al Tar chiedendo la sospensiva dell’aumento. Ma il tribunale amministrativo ha respinto la richiesta.
A questo punto gli uffici del palazzo di via Roma, hanno («come previsto dalla legge») revocato la concessione. La chiusura completa della struttura di viale Monastir era prevista, inzialmente, a fine 2007. Poi è stata revocata a giugno di quest’anno e, infine, al 15 gennaio del 2009, in attesa di trovare una sistemazione per gli operatori ancora presenti all’interno dell’ortofrutta cittadino.
«Personalemente avrei preferito - spiega il sindaco Emilio Floris - che l’attività della struttura fosse cessata a gennaio, ma il funzionario dirigente, vista la morosità degli interessati, ha ritenuto di dover disdire la concessione per non incorrere nei rigori della Corte dei conti». Da oggi, come accennato, gli spazi dovrebbero essere lasciati liberi ed entro cinque giorni gli ormai ex titolari dei box dovranno versare tutti gli arretrati dei canoni (aumentati) non pagati entro cinque giorni (da 12 a 15mila euro). «Noi però - spiega Putzu, che è anche presidente del consorzio accennato - abbiamo fatto ancora ricorso al Tar contro la revoca. Ma se ci verrà dato ancora torto, allora pagheremo».
Il primo cittadino ribadisce, invece, la posizione del Comune: «Il sito individuato per questo tipo di mercato all’ingrosso, anche dalla Regione, è quello di Sestu. Inoltre l’amministrazione ha previsto di utilizzare gli spazi dell’immobile di viale Monastir (dove tra l’altro sarebbero necessari interventi di recupero) per edilizia agevolata e sovvenzionata pubblica. Da parte nostra siamo disponibili a venire incontro e cercare di risolvere il problema, ma quello stabile va lasciato libero». E la revoca? «Non posso fare niente: la divisione delle funzioni coi funzionari, me lo impedisce».
Il mercato di viale Monastir, «tra dipendenti, cooperativa per le pulizie e famiglie, coinvolge circa 150 pesone - continua Putzu - e sgolge un importante ruolo in città. E lo dimostrano tutti i nostri aquirenti: dai piccoli negozianti, ai titolari dei box dei mercati civici. La nostra presenza non è un danno per i cittadini. Anzi: significa concorrenza con Sestu». Inoltre «non è vero che non vi sono proposte - precisa Paolo Casu (indipendente di centrodestra e presidente della commissione consiliare comunale alle Attività produttive) - oltre alla richiesta di un utilizzo parziale di viale Monastir, c’è stata anche quella di trovare un capannone dove gli operatori potrebbero continuare a lavorare col marchio del Comune. Ancora nessuna risposta».