Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

E’ bagarre dopo la rinuncia di Pisanu

Fonte: La Nuova Sardegna
3 novembre 2008

LUNEDÌ, 03 NOVEMBRE 2008
Pagina 7 - Sardegna

Verso le elezioni regionali. Nuovi scontri sul candidato governatore del Centrodestra, Berlusconi ha già fatto i primi sondaggi

Aumenta in Forza Italia il numero dei papabili, c’è anche Cappellacci

La scelta forse slitterà a fine dicembre, mentre gli alleati chiedono tempi molti più stretti

CAGLIARI. Beppe Pisanu era l’unico candidato in grado di mettere tutti d’accordo nella litigiosissima famiglia sarda di Forza Italia. E ora che, rinsaldato il rapporto con Silvio Berlusconi, l’ex ministro ha optato per la guida della commissione parlamentare Antimafia, nell’isola è ricominciata la guerra: per la leadership alle elezioni regionali del 2009 il numero dei concorrenti è persino aumentato. Al momento prevalgono i nomi dei politici, ma il Cavaliere, sfumata la chance Pisanu, vorrebbe ripiegare su un esterno: solo che i sondaggi non lo aiuterebbero.
Promessa per fine ottobre, ora la scelta del leader del Centrodestra potrebbe slittare di molto. I più vicini alle stanze del premier assicurano che la partita potrebbe essere decisa soltanto a fine dicembre, quando la situazione interna sarà meglio delineata e quando Silvio Berlusconi, chiusa anche la Finanziaria, potrebbe avere più tempo da dedicare ai problemi del partito nell’isola. I tempi lunghi, però, avrebbero una controindicazione. Secondo indiscrezioni, infatti, l’Udc - partito che potrebbe essere determinante alle elezioni del 2009 - sta chiedendo di fare in fretta per una ragione precisa: Pierferdinando Casini pensa alla situazione nazionale e non vorrebbe in Sardegna l’alleanza con il Pdl, mostrandosi pronto a costituire un terzo polo (come alle ultime politiche) o ad allearsi con il Pd (ma non se sarà confermato Renato Soru); l’Udc sarda di Giorgio Oppi, orientata verso il Centrodestra, è in grado di spuntarla ma ha bisogno che la situazione non si deteriori prolungandosi a dismisura.
In attesa che l’alleanza del Centrodestra si definisca meglio, al momento il compito di tenere tutti uniti discutendo di programmi e strategie è affidato ai Riformatori di Massimo Fantola. Che hanno un rapporto privilegiato con l’Udc e una chiara propensione in direzione del Pdl, ma che tengono anche buoni rapporti con gli altri centristi (dall’Uds a Fortza Paris). La cosa sembra dimostrare che il Pdl stia pensando, dopo lo strappo delle politiche, a ricompattare la tradizionale alleanza di Centrodestra. Qualcuno ha maliziosamente fatto notare che lo stesso Fantola potrebbe essere il designato, ma - secondo indiscrezioni autorevoli - Forza Italia non ha intenzione di mollare la leadership nell’isola.
E dentro Forza Italia i candidati non mancano di certo. Anzi, come s’è detto, aumentano. Con il rischio evidente, per loro, che si elidano a vicenda. I nomi più accreditati sono quelli che Berlusconi ha sottoposto alla verifica cui tiene di più: i sondaggi. I risultati non si conoscono, ma i meglio piazzati sarebbero i soliti, anche se non si sa in che ordine: il sindaco di Cagliari, Floris e i deputati Cicu e Pili. Fra i tre il favorito potrebbe essere Emilio Floris, che per carattere e per sapienza politica si è sempre tenuto lontano dalle polemiche e dagli scontri personali, mentre ormai da dieci anni - cioé da quando Berlusconi punto sull’allora sindaco di Iglesias - Cicu e Pili sono schierati nel partito su fronti contrapposti; posizione non agevole per emergere, perché, se si vuole vincere, è necessario partire con il consenso pieno sul candidato principale. I due l’ultimo scontro lo hanno avuto sul referendum contro la legge salvacoste. La sconfitta ha dato un punto di vantaggio all’ex sottosegretario Salvatore Cicu, che non avrebbe voluto il referendum, ma una più attenta lettura del voto (uno «zoccolo duro» di 260 mila voti) avrebbe consentito all’ex presidente Mauro Pili, il maggior sostenitore della consultazione popolare, di recuperare la posizione.
Giocando proprio sulla carta dell’unità può avere una chance il neo coordinatore Ugo Cappellacci, ex assessore regionale al Bilancio. Appena nominato alla guida del partito, Cappellacci ha pensato di fare il possibile per superare il suo deficit di partenza, quello della notorietà. E ha organizzato - ufficialmente per costruire il Pdl ma più probabilmente per tessere rapporti in zone dove è meno conosciuto rispetto a Cagliari e Iglesias - un tour in tutte le otto province. Dal quale tour - ha detto in un recente convegno con gli altri partiti - dovrà scaturire il programma e la nuova classe dirigente. Può darsi che, chiamando in causa una nuova generazione, stia cercando di sfruttare a proprio vantaggio gli scontri tra gli altri papabili.
Non ha mai smentito la candidatura, anzi agli amici ha detto che ci tiene davvero, un altro caro amico di Berlusconi: Settimo Nizzi. Il deputato è un gran cercatore di voti, anche se forse potrebbe pagare la lite di questa estate proprio nel Comune di Olbia dove da sindaco ha costruito la sua fortuna politica.
Infine l’ex coordinatore del partito, il senatore Piergiorgio Massidda. E’ l’unico ad aver detto di rinunciare alla candidatura. Ma il suo nome sta circolando di nuovo. Secondo alcuni, infatti, Massidda ha rinunciato perché c’era in campo l’ipotesi di Alberto Scanu, vice presidente vicario della Confindustria sarda e suo cognato. Il nome di Scanu era finito un anno fa nell’agenda di Berlusconi durante la visita a Cagliari e l’incontro in Confindustria. Scanu ha poi reso noto che non c’era stato più alcun contatto. E il suo nome non è decollato. Da qui, secondo indiscrezioni, l’idea che Massidda ci possa ripensare.