Rassegna Stampa

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Santa Gilla, nuovi veleni a cielo aperto: stagno inquinato da idrocarburi

Fonte: web Castedduonline.it
9 novembre 2012


di
Marta Milia
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Giovedì 08 Novembre 2012 | 09:45

Un odore forte e fastidioso ha invaso Santa Gilla in queste settimane, destando preoccupazione tra i residenti della zona, proprio accanto alle Torri del nuovo quartiere. L’odore proviene dall’area dove un tempo c’erano i depositi Agip, ora in dismissione. Ma proprio i lavori di dismissione, per svuotare la zona dai vecchi vasconi di bonifica, hanno rivelato che il terreno che si stava andando a scavare non è stato purificato del tutto: la zona, compromessa dal punto di vista ambientale in quanto utilizzata in passato come deposito di carburante, è stata bonificata 12 anni  fa, ma evidentemente non è bastato. I fossi scavati nel terreno hanno infatti rivelato la presenza di sostanze oleose che emanano un odore acre, un odore di gasolio. Il terreno si trova inoltre in prossimità dello stagno di Santa Gilla e, secondo quanto si apprende, la falda presente sotto il perimetro dell’ex deposito, collega le acque sottostanti allo stagno. Gli scavi, come rivelano le fotografie spedite da un nostro lettore, hanno infatti rivelato che nel terreno filtra dell’acqua, per via della vicinanza allo stagno, e quest’acqua era contaminata da sostanze oleose, idrocarburi, che potrebbero con molta facilità arrivare dentro lo stagno, contaminando flora e fauna marina, pesci, molluschi e i fenicotteri.  In uno degli scatti inoltre si intravedono alcuni tubi, appartenenti al vecchio sistema di trasporto di gasolio, ancora presenti nonostante la bonifica.  Come è potuto succedere tutto questo? Come mai nessuno si è accorto prima che il terreno non era stato del tutto purificato? E’ questa la domanda che si pongono nel quartiere, mentre si assiste alla dismissione dell’area, che un domani potrebbe essere rivenduta a privati, per costruire e ampliare la zona di Santa Gilla. Possibile che alla Provincia, che nel 2006 aveva ritenuto l’area bonificata adeguatamente, sia sfuggito qualcosa? Qual è il pericolo reale per l’ambiente e per le persone che un domani andranno a vivere su quella terra?