Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La battaglia sui decibel

Fonte: L'Unione Sarda
7 novembre 2012

MARINA. Il comitato antirumore: «Esasperati». La replica: «Illegale»
 

Piazza Savoia, spuntano i fonometri fai da te
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La finestra spalancata al terzo piano, un microfono seminascosto tra i fiori. Pochi metri più giù - altra palazzina - s'intravede un'attrezzatura simile: cavalletto e sensore acustico. Sui decibel della Marina si accendono nuove passioni fai da te e piazza Savoia diventa luogo di misurazioni non autorizzate. Stavolta si alza il tiro sul chiasso notturno e sulla convivenza forzata tra movida e residenti.
MICROFONI IN PIAZZA Il presidente del comitato Rumore no grazie , Marco Marini, non fa fatica ad ammettere la presenza di quei microfoni nell'ultimo weekend. «L'inquinamento acustico di questa zona ormai viola continuamente le leggi in materia», accusa l'ex assessore regionale al Turismo. «E viene calpestato anche il regolamento comunale perché l'amministrazione non si preoccupa di far rispettare le proprie regole». Marini non svela i dati rilevati dagli strumenti puntati sulla piazza ma si sofferma sui limiti di legge «ampiamente superati» in numerose occasioni: «Dalle 10 di notte alle 6 del mattino non si possono superare i 50 decibel di rumore», spiega. «E per dare un' idea del livello di silenziosità garantito dalle norme, basta un esempio: un microfono accanto a due persone che chiacchierano per strada indicherebbe 60 decibel».
«AZIONI ILLEGALI» Ma sono proprio le misurazioni del suono delle ultime notti a mettere benzina sulla polemica sempre più aspra tra residenti e i titolari di bar e pub. «Non credo che questa azione possa essere stata autorizzata da chicchessia», sottolinea Sandro Mascia, proprietario del Caffè Barcellona, storico punto di riferimento della Marina. «Io ho le telecamere di sicurezza fuori dal locale ma non c'è l'audio perché è vietato ascoltare o, peggio, registrare le conversazioni private». Da qui la meraviglia per l'iniziativa dei microfoni. «Ritengo che siano illegali». Mascia parla poi di «proteste pretestuose», perché «la movida estiva è già un ricordo. Fuori dai locali c'è pochissima gente nel fine settimana, non c'è nessuno durante gli altri giorni».
BRACCIO DI FERRO Anche Raimondo Carboni, titolare del Caffè Savoia, si sorprende per il nuovo affondo del comitato anti-rumore: «Sono sempre i soliti a protestare, alludendo a chissà quale chiasso o all'invivibilità del quartiere. Nulla di più falso. Al di là di qualche episodio sporadico e fisiologico, alla Marina c'è una tranquillità assoluta. Qualcuno faccia un giro in città come Napoli, Genova, Taranto per vedere come sono i quartieri a ridosso del porto». Ma al comitato antirumore hanno un'idea diversa. Marco Mameli, altro residente infuriato, se la prende con i vigili e l'amministrazione comunale: «Le autorità devono tutelare i cittadini, in particolare quando dalla loro parte c'è la legge. L'intensità del rumore nelle stradine della Marina va ben oltre i limiti».
SOLUZIONE LONTANA Parla di «problemi difficilmente irrisolvibili» Fabrizio Anedda, cuoco all'Antico Galeone di via Savoia. «Da un lato capisco che chi abita sopra i locali notturni debba convivere con una situazione difficile, dall'altra parte però ci sono commercianti con autorizzazioni regolari, con fiori di investimenti e sacrifici. Chi ha ragione?». Di sicuro non ce l'ha chi l'altra sera ha inondato d'acqua un gruppetto di ragazzi fuori da un locale. Era venerdì, non era neanche mezzanotte. Un briciolo di tolleranza in più non guasterebbe.
G. Z.