Un convegno e una mostra raccontano le vicende politiche dei liberali cagliaritani
Pubblicate le memorie del fondatore dell'Unione Sarda
Un convegno, un libro e una mostra di immagini e documenti per ricordare due prestigiosi personaggi che hanno legato il loro nome alla storia di Cagliari e della Sardegna. Due politici che sono stati, a distanza di cinquant'anni l'uno dall'altro, gli esponenti più in vista del movimento liberale nell'Isola, diventando successivamente importanti leader nazionali. Di Francesco Cocco Ortu senior e del nipote che portava lo stesso nome, ma conosciuto da tutti come Ciccio Cocco Ortu, si è parlato ieri nel luogo più adeguato ad accogliere una loro rievocazione: l'aula consiliare del Municipio di Cagliari, che li vide protagonisti in epoche diverse delle battaglie politiche cittadine. Il primo fu anche sindaco (1880-1884, ma allora il Municipio era in Castello), l'altro fu consigliere comunale di lungo corso. E proprio nel palazzo di via Roma fu aperta la camera ardente per Ciccio Cocco Ortu morto prematuramente nel 1969 e da lì partì il corteo funebre, come è stato ricordato ieri durante l'evento.
Presenti il sindaco Massimo Zedda, il prorettore Francesco Atzeni, gli storici Mariella Ferrai Cocco Ortu, Luigi Lotti, Sandro Rogari, Laura Pisano, Stefano Pira e il direttore della Biblioteca di Montecitorio Antonio Casu. Nel pomeriggio l'inaugurazione della mostra nello spazio Search del Palazzo Civico con gli interventi del docente senese Gerardo Nicolosi, del direttore editoriale de L'Unione Sarda Gianni Filippini e del penalista Luigi Concas. Resterà aperta per un mese.
Occasione del convegno è stata la presentazione delle “Memorie autobiografiche di Cocco Ortu sr (1842-1889)” che vengono pubblicate per la prima volta a ottant'anni dalla morte del suo autore, offrendo una sintesi fondamentale per ricostruire il rapporto tra la classe dirigente sarda e lo Stato nazionale.
IL MINISTRO Francesco Cocco Ortu sr (1842-1929) ha esercitato, tra '800 e '900, una forte leadership sull'intera isola, deputato per cinquant'anni, più volte ministro nei fondamentali dicasteri dell'agricoltura e della giustizia, ma soprattutto artefice sapiente, assieme a valorosi funzionari e tecnici, di un complesso sistema di legislazione speciale (1897-1907) che varò per la prima volta imponenti investimenti pubblici la cui realizzazione ha mutato per sempre la storia di lunga durata della Sardegna: dai grandiosi invasi artificiali alle bonifiche, dalla produzione idroelettrica alla costruzione di una estesa rete ferroviaria.
Le Memorie autobiografiche ripercorrono le tappe che portarono il giovane Francesco Cocco Ortu giornalista, avvocato, sindaco di Cagliari e amministratore della provincia a diventare il leader di una nuova stagione politica iniziata con la vittoria della Sinistra nel 1876. Eletto per la prima volta deputato, verrà riconfermato nei 48 anni successivi, diventando l'esponente più maturo della classe dirigente sarda che passa dalla semplice denuncia del malessere dell'isola ad un progetto politico di grande respiro capace di effettiva realizzazione.
FONDATORE DEL GIORNALE Il nome L'Unione Sarda (con il quale venne battezzato il quotidiano che Cocco Ortu e il gruppo di esponenti della borghesia professionale ed intellettuale cagliaritana fondarono nel 1889) risale all'omonima associazione che, nel 1875, aveva organizzato la protesta dei sardi. Quella protesta ottenne, con pieno successo in sede parlamentare, i finanziamenti per portare a termine la costruzione delle linee ferroviarie bloccate dai governi della Destra storica. L'associazione Unione Sarda era riuscita nel miracolo politico di creare un comitato d'opinione diffuso in tutta l'isola e talmente forte da influire sulle decisioni ministeriali e parlamentari. L'animatore del comitato popolare cagliaritano per il completamento della rete ferroviaria, cioè di quel primo comitato "Unione Sarda", era il giovane Francesco Cocco Ortu.
IL LIBRO Nel 1924, nel pieno delle violenze fasciste, Cocco Ortu per la prima volta perde le elezioni. Oppositore del regime scrive le sue “Memorie autobiografiche” come ideale lascito politico della democrazia liberale per le future generazioni. Il volume di 400 pagine presentato ieri in Municipio e pubblicato da AM&D, è il frutto dell'appassionato lavoro di Marinella Ferrai Cocco Ortu, ex responsabile dell'archivio di Stato di Cagliari e legata da vincoli familiari ai due grandi politici sardi. Con lei ha contribuito all'importante opera il compianto docente dell'università Tito Orrù, scomparso di recente. «Questi documenti donati allo Stato nel 1982 e raccolti oggi nel volume raccontano la storia dell'Isola nel contesto nazionale», ha detto al convegno Monica Grossi, l'attuale soprintendente archivistico per la Sardegna annunciando che «sono iniziate le procedure per acquisire agli archivi statali anche l'archivio personale di Cocco Ortu jr».
Le Memorie partono dalla rinuncia all'autonomia della Sardegna, con le laceranti discussioni del 1847, seguite dalla perfetta fusione e dalla concessione dello Statuto albertino, inizio del Risorgimento. Infanzia e giovinezza del futuro leader vengono raccontate nel contesto della famiglia d'origine, caratterizzata da una profonda passione civile, che anima la nuova classe borghese delle professioni e dell'imprenditoria agraria, alla quale i Cocco Ortu appartengono grazie ad una appassionante ascesa sociale e culturale.
La sua attività parlamentare e di governo lo vede tra i protagonisti della Sinistra costituzionale italiana, guidata da Benedetto Cairoli e Giuseppe Zanardelli, artefice di legislazioni che affrontano in modo organico la sicurezza sul lavoro, l'estensione del diritto di voto, l'obbligo scolastico, il nuovo codice penale del regno d'Italia e i primi tentativi di introduzione del divorzio. La sua attività ministeriale e parlamentare nazionale (ricostruita nelle Memorie fin nei particolari) si intreccia con i fatti e gli uomini della Sardegna ai quali Cocco Ortu resta legato indissolubilmente.
Giampaolo Salice