Presidio di alcune associazioni, ma non viene uccisa nessuna capra
Alla Fiera un migliaio per la festa islamica
Il sogno resta la moschea, nel frattempo la folta comunità musulmana cagliaritana deve accontentarsi della Fiera. Ieri, a settanta giorni dalla fine del Ramadan, il padiglione E ha ospitato l' Eid Al-Adha , la «festa del sacrificio», uno degli appuntamenti più importanti e attesi dagli islamici. Oltre mille musulmani residenti in città e nell'hinterland si sono ritrovati nel grande capannone (cinquemila metri quadri) a due passi dall'ingresso laterale di piazza Marco Polo.
IL RITO La processione dei fedeli in tunica è cominciata alle 7,30 e alle 8 il padiglione era già affollato. Tradizione vuole che durante la festa sia sacrificato un animale (una pecora, una capra o una mucca) ma i musulmani sardi, per rispetto della sensibilità del Paese che li ospita, hanno rinunciato al rito, limitandosi a pregare per circa due ore, in piedi o inginocchiati sui tappeti, rigorosamente scalzi e con indosso il copricapo. Presenti anche tanti bambini. Al termine delle solenni celebrazioni - coordinate dal carismatico Imam, Triki Mehrez, guida spirituale dell'angusta moschea provvisoria di via del Collegio - si è svolto un gradevole rinfresco a base di noccioline americane, datteri, patatine fritte, cannoncini alla crema, ventagli e bibite.
GLI ANIMALISTI Un gruppetto di animalisti giunto alla Fiera per «controllare» quello che stava succedendo. I manifestanti sono rimasti all'ingresso e hanno esibito uno striscione per manifestare - nonostante non sia stato ucciso nessun animale - il loro dissenso. Come annunciato, alla Fiera non c'è stato alcuno spargimento di sangue. Tutto si è svolto come da programmi e per una volta la presenza delle forze dell'ordine (Carabinieri, Polizia e Digos) si è rivelata superflua di fronte a un clima di festa contagioso, tra sorrisi, baci, abbracci e foto ricordo.
IL PORTAVOCE Felice il portavoce della comunità musulmana cagliaritana, Sulaiman Hijazi. «Meglio di così non poteva andare», ha commentato, «la partecipazione è stata notevole, mille-milleduecento persone, come a Monte Claro, ad agosto, per la festa di fine Ramadan. Abbiamo pregato e intonato le lodi al nostro Dio, come si fa a La Mecca». Sul fronte della moschea c'è grande fiducia. «Attendiamo buone notizie. Abbiamo individuato cinque o sei aree in città che si prestano alla perfezione, ma non voglio dire quali sono per evitare le solite polemiche. Non sappiamo ancora se la moschea sorgerà in un terreno o in un palazzo, vedremo». Le celebrazioni per il giorno del sacrificio andranno avanti fino a domenica. «Nelle case si mangerà la carne e si farà festa», ha assicurato Hijazi.
IL SACRIFICIO «Non è obbligatorio sacrificare animali. Chi ha la possibilità di farlo, probabilmente lo farà. A Cagliari immagino che saranno una ventina di famiglie. Alla Fiera non abbiamo fatto niente del genere perché esistono delle leggi e noi le rispettiamo». Il rito tradizionale prevede che la carne sia suddivisa in tre parti uguali. «Un terzo per sé, un terzo per i parenti e un terzo per i poveri perché il significato di questa giornata è anche la beneficenza, la solidarietà verso chi ha di meno». Tra i tanti presenti, la presidente della Provincia, Angela Quaquero, il segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Michele Piras, e il direttore della Fiera, Benedetto Etzi.
Paolo Loche