Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Imu, allarme dei Caf «Rischio caos per il saldo»

Fonte: La Nuova Sardegna
29 ottobre 2012

Incertezza sulla somma dopo la proroga ai Comuni per stabilire l’aliquota I Centri di assistenza fiscale: posticipare il pagamento dal 17 al 31 dicembre




ROMA Per milioni di contribuenti il pagamento della seconda e ultima rata dell’Imu rischia di trasformarsi in una scadenza ad alto tasso di incertezza: versato l’acconto a giugno sulle aliquote base, a poche settimane dalla scadenza dei termini, il 17 dicembre, in moltissimi casi la somma dovuta per il saldo dell’imposta è ancora ignota. Dopo la proroga concessa ai Comuni, infatti, per deliberare le aliquote definitive le amministrazioni hanno tempo fino al 31 ottobre, con ulteriori trenta giorni per la pubblicazione del provvedimento. Uno slittamento in avanti che, secondo i Caf, preoccupati per le «criticità evidenti», rischia di provocare il caos. «La scadenza arriverà in un battibaleno, la situazione è preoccupante» segnala il coordinatore nazionale dei Caf Valeriano Canepari, secondo il quale i Caf saranno chiamati a gestire circa 11 milioni di pratiche nel giro di qualche settimana, un periodo nel quale dovranno reperire «migliaia di delibere, regolamenti e capitolati esterni, inserire le aliquote nelle procedure di calcolo dopo aver risolto i dubbi interpretativi e di interpretazioni». Un lavoro decisamente troppo complesso perché possa essere affrontato in così poco tempo: per questo i Caf chiedono di prorogare al 31 dicembre il pagamento del saldo, e senza applicare alcuna sanzione. La situazione è già caotica: per dipanare la matassa, i Caf hanno già chiesto agli ottomila comuni italiani di avere le delibere e i regolamenti approvati ed eventuali informazioni utili per anticipare il calcolo del saldo. «A oggi – rileva la Consulta dei Centri di assistenza fiscale – hanno risposto poco meno di 1500 Comuni, ovvero il 18 per cento del totale». A questo, denuncia, si aggiunge il fatto che a poco più di un mese dalla scadenza fissata, «non è ancora stato approvato il modello di dichiarazione». Insomma, un vero e proprio guazzabuglio davanti al quale la Consulta lancia un appello al governo. I Caf chiedono che il termine di presentazione della dichiarazione Imu venga fissato entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del modello e delle relative istruzioni, che venga stabilito un termine unico per la presentazione della dichiarazione Imu, allineandolo a quello previsto per la dichiarazione dei redditi (30 settembre) e, in primo luogo, per far fronte all’emergenza, che sia previsto uno slittamento al 31 dicembre per il saldo. Ma all’orizzonte si profila un ulteriore rischio. A denunciarlo è il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi: «Nonostante quasi tutti i Comuni abbiano ormai deliberato l’aliquota, la situazione non è definitiva. Il governo si è riservato la facoltà di variare quella base addirittura entro il 10 dicembre, solo 6 giorni prima del termine di pagamento. È da augurarsi che a ridosso della scadenza non venga richiesto un ulteriore ritocco». Secondo una indagine della Cgia effettuata su un campione di 81 comuni capoluogo, nelle grandi città un sindaco su due (il 49,4 per cento) ha deciso di non aumentare l’aliquota, mentre il 43,2 per cento l’ha alzata. A Nuoro, Trieste, Mantova come a Biella, Vercelli e Lecce, invece, l’aliquota base (4 per cento) è stata addirittura abbassata. (m.r.t.)