Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ora voglio la pensione»

Fonte: L'Unione Sarda
26 ottobre 2012

IL CASO. Confronto legale col Comune su compensi, indennità e contributi
 

Palla, storico custode del Palazzetto: un mio diritto
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Per trent'anni il Palazzetto di via Rockefeller è stato il suo regno. A Monte Mixi, Giovanni Maria Palla, per tutti semplicemente Gianni, era il custode, il factotum, il consigliere, l'amico dei giocatori, degli allenatori, dei dirigenti, dei giornalisti. Un esempio di educazione, ironia e umiltà, un lavoratore instancabile. L'angelo custode per il PalaRockefeller, che senza di lui - in tanti lo pensano - sarebbe crollato da un pezzo. Oggi, a 65 anni, il popolarissimo custode - approdato a Monte Mixi alla fine dell'era Brill, dopo un passato glorioso da barista del Lido e organizzatore di eventi mondani negli anni '70 - vorrebbe riposarsi e godersi la pensione dopo 42 anni di lavoro. Ma non può farlo.
LA VICENDA «Tutta colpa», spiega, «dell'insufficienza delle retribuzioni che il Comune mi ha erogato tra il 1997 e il 2008». Il risultato è una guerra a colpi di carte bollate con l'amministrazione, cominciata alcune settimane fa con l'invio di una diffida del suo legale. Palla denuncia il mancato pagamento di numerose ore di lavoro straordinario, dell'indennità per le ferie e di permessi mai goduti, senza dimenticare le tredicesime e il Tfr. Il custode chiede il risarcimento dei danni per il mancato pagamento dei contributi previdenziali. «Ho lavorato da solo al Palazzetto per tanto tempo», sottolinea, «non mi hanno mai detto grazie. È una vergogna. La mia disponibilità era totale. Lavoravo per poche centinaia di euro. Non è possibile che debba restare senza pensione. Sono stato paziente, ho avuto fiducia, ma ora è giusto che abbia ciò che mi spetta». Palla non è mai stato “stabilizzato”: «Ho operato come custode sottoscrivendo contratti di collaborazione coordinata e continuativa, i Co.co.co. E per le modalità con le quali sono state rese le prestazioni», recita il testo della diffida, «il rapporto di lavoro dev'essere considerato di natura subordinata sin dall'origine». Da qui la richiesta di vedersi riconosciute le differenze retributive. La mancata stabilizzazione avrebbe determinato un danno «a causa del versamento dei contributi previdenziali in misura inferiore a quella prevista per i lavoratori subordinati».
LA SUA VITA Stampacino doc, una moglie invalida, una figlia che dirige un albergo a Dublino e un figlio che lavora al Porto, Palla vanta anche un'esperienza da attore in un film di Enrico Pitzianti. Se decidesse di raccontare tutti gli aneddoti e gli eventi sportivi a cui ha assistito (migliaia di partite tra basket e pallavolo, ma soprattutto i segreti degli spogliatoi) ne uscirebbe un libro infinito. I giocatori avevano più paura dei suoi giudizi che di quelli dei tecnici e dei giornalisti. Un personaggio, un pezzo di storia sportiva della città che oggi, a 65 anni, chiede semplicemente di poter andare in pensione.
L'assessore comunale al Personale, Luisa Sassu, si è impegnata a verificare la sua posizione, esaminando al più presto i documenti che lo riguardano.
Paolo Loche
 


La storia


“Fedaino”, se quei muri potessero raccontare


Gianni Palla non è mai stato uno qualunque. Basta uno sguardo, un cenno e intuisci subito che quegli occhi mediorientali, quelle braccia che non hanno mai rinunciato a fare qualsiasi lavoro, possono dirti tanto anche senza aggiungere una sola parola. L'accento stampacino, poi, fa il resto. Ciliegiotto , chiamato così perché indossava - cameriere al Lido - una tshirt bianca con la pubblicità di una merendina, o Fedaino per quel suo strano modo di farti entrare così nel suo club degli amici, adesso è stanco ma non rinuncia a lottare. Gli vogliono bene un paio di generazioni di sportivi, dai cestisti ai pallavolisti, da chi ha usato il Palazzetto per muoversi a quelli, studenti dell'Isef, che lì dentro ci studiavano. Gianni non è solo, in questa battaglia. Lui lo sa e idealmente ringrazia tutti. (enrico pilia)