IL CONVEGNO. Agevolazioni fiscali
Il sindacato sardo confida sul piano del lavoro per uscire dalla crisi. «O almeno per favorire una speranza che oggi non esiste». È pessimista Enzo Costa, segretario regionale della Cgil: «Perché i nuovi posti di lavoro sono quasi tutti precari e perché i cervelli scappano dall'Isola». Una bozza di piano, da sottoporre agli altri attori del possibile sviluppo, è stato elaborato dalla Camera del Lavoro che ha organizzato, con il segretario Nicola Marongiu, il convegno di ieri a Cagliari.
CASSA INTEGRAZIONE Secondo Costa, altro argomento scottante è l'aumento in Sardegna dei lavoratori in cassa integrazione in deroga, che sono 23 mila: «L'assessore al Lavoro Liori ha detto che per garantire la copertura dei sussidi servono 148 milioni. Una cifra enorme, che però è solo sostegno al reddito senza prospettive. Anche perché quei lavoratori andrebbero formati con maggiore serietà». Le prospettive, «se non si trova il modo di riequilibrare le disuguaglianze sociali figlie di un sistema che si è basato in tutti questi anni sull'egoismo, sono nere. L'Università di Sassari lo ha detto chiaramente: entro il 2050 perderemo un terzo della popolazione». Se Costa ricorda lo sciopero generale a Sassari venerdì, nel Sulcis il 29 ottobre e la grande manifestazione a Cagliari contro la crisi il 24 novembre, il rettore Giovanni Melis chiede «di superare le rigidità della pubblica amministrazione» con l'obiettivo dell'interesse collettivo. Una speranza arriva da Carlo Tedde di Confcooperative: «Il settore registra un più 4 per cento in piena crisi. Segno che se in Sardegna si investe su risorse credibili, non sull'oro, si ottengono risultati».
GLI INDUSTRIALI Improntato all'ottimismo anche il messaggio del presidente della Confindustria cagliaritana, Alberto Scanu: «Con un'idea comune ce la possiamo fare».
Dall'Europa invece attende risposte Piergiorgio Massidda, presidente dell'Autorità portuale: «Dodici città portuali elleniche potrebbero avere la zona franca con le agevolazioni fiscali. Anche noi ci stiamo facendo avanti perché vogliamo diventare, facendo sistema con gli altri porti della Sardegna, la porta dell'Africa verso l'Europa». (lo. pi.)