Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cagliari, grande prova per l’orchestra del Lirico

Fonte: La Nuova Sardegna
22 ottobre 2012



L’apertura della stagione con Dvorák e Prokofiev. I complimenti di Aldo Ceccato agli orchestrali




di Gabriele Balloi wCAGLIARI «Quarantatre anni che manco da Cagliari e tutti questi anni di assenza mi hanno permesso di accumulare tanto di quell’entusiasmo e di quell’energia, realizzati da questa magnifica orchestra. Tenetevela da conto!». Rivolgendosi al pubblico del Comunale a metà concerto, Aldo Ceccato fatica a fermare gli applausi per pronunciare questo sentito elogio. L’ultima volta (circa un anno fa) fu Donato Renzetti, direttore d’orchestra per il recente «Nabucco», a fare un analogo encomio per la compagine cagliaritana. Ma a caratterizzare l’esordio della nuova Stagione è anche il discorso, rivolto a pubblico e stampa fatto dai dipendenti della fondazione, sulla gestione del teatro e la nomina del nuovo sovrintendente, precisando che le proteste non andranno a interferire con la programmazione. Cosicché, inizia puntale il primo appuntamento concertistico. Un debutto che si può definire dirompente, ripagato da dieci minuti di scroscianti applausi. Si comincia con Antonín Dvorák e la sua «Sinfonia n.6 in re maggiore op.60», certamente meno nota al grande pubblico rispetto alla celeberrima Sinfonia «Dal nuovo mondo». Eppure, non per questo pagina meno ricca di interessanti elaborazioni tematiche, dove, oltre al solito (quasi retorico) paragone brahmsiano, vi si può riscontrare e apprezzare la vena melodico-ritmica di derivazione popolare, omaggio che Dvorák faceva alla sua terra. L’Orchestra del Lirico è effettivamente in forma smagliante e lo dimostra già dai primi movimenti, con uno slancio interpretativo quasi epico, di respiro imponente. È, però, sul turbinoso e irrequieto terzo tempo – il “Furiant” dello Scherzo – che dà il meglio di sé: gli archi hanno un suono incandescente, la pulsazione ritmica trascina via, e i fiati fanno egregiamente la loro parte nell’ampio “Trio” centrale. Ceccato è uno che tiene salde le redini. Mentre dirige, ne sentiamo persino la voce che accompagna con passione i gesti chironomici. Ed è così anche in «Aleksandr Nevkij, op.78» la cantata di Sergej Prokofiev, tratta dalla colonna sonora per l’omonimo film di Ejzenstein. Un’eccellente esecuzione sotto vari aspetti, con un ottimo mezzosoprano Anastasia Boldyreva e soprattutto il coro, davvero strepitoso, preparato da Marco Faelli. Insomma, un’inaugurazione grandiosa.