a cura di: redazione
Da Molentargius l'effetto domino. Il Comune ha ordinato all'impresa costruttrice del palazzo di via Gallinara di buttare giù lo stabile. E ora costruttore e condomini scrivono a Procura e Corte dei Conti. Spiegando che ora nell'Isola a cascata potrebbero scattare tante altre demolizioni, per la gioia degli ecologisti che vedrebbero tutelati i luoghi di pregio ambientale e la disperazione dei costruttori che prederebbero andare in fumo tanti investimenti.
La storia risale a qualche anno fa. Il 4 aprile 2007 è stata rilasciata alla Progetto Casa costruzioni la concessione edilizia per la realizzazione di un fabbricato in via Gallinara (sei piani più uno interrato). I lavori cominciano due mesi dopo. Ma un vicino (Alberto Onali) fa ricorso al Tar contro la costruzione del palazzo. Perde il primo round, ma il Consiglio di Stato nell'aprile scorso ribalta sentenza, perché l'edificio è stato costruito nella fascia di 300 metri di distanza da una zona umida (lo stagno di Molentargius) senza l'autorizzazione paesaggistica. E così il lo stabile si ritrova privo del titolo abitativo edilizio. E, in base all'annullamento della concessione edilizia, ieri il servito Edilizia privata del Comune ha notificato a Franco Cardia, amministratore della Progetto casa costruzioni, e ai 13 proprietari degli appartamento dello stabile, l'ordinanza di demolizione.
Costruttore e condomini ora attendono il passaggio in Giunta regionale della nuova norma che stabilisce come "la fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia è da riferirsi esclusivamente, come in tali disposizioni già stabilito, ai laghi naturali e agli invasi artificiali, e non si applica alle zone umide". Il provvedimento regionale, contro il quale si stanno già mobilitando gli ecologisti che hanno bollato la legge come "scempia stagni", dovrebbe risolvere il problema dei condomini cagliaritani. E non solo.
Intanto la Progetto casa costruzioni ha scritto alla Corte dei Conti alla Procura cagliaritana un incontro: "Si richiede incontro urgentissimo per paventati probabili gravi danni economici per la collettività a carico dell'Amministrazione Comunale di Cagliari, della Regionale Sardegna e dell'Erario a seguito dell'annunciato e mancato riconoscimento e applicazione della recente disposizione normativa del 04/10/2012 recante "norme di interpretazione autentica dei beni paesaggistici" in corso di pubblicazione". Le altre cartucce a disposizione di costruttore condomini sono l'accertamento di conformità e il ricorso al Tar contro il provvedimento